RECORD SUL CERVINO INTERVISTA A KILIAN JORNET
Sottotitolo: Ian Corless e Kilian Jornet rivivono il record sul Cervino…. DA NON PERDERE!!
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In esclusiva italiana vi proponiamo l’intervista che il mitico “Jan” ha fatto al fenomeno catalano. Nicola Gavardi l’ha tradotta per voi….
E’ il giorno successivo alla Matterhorn Ultraks e sono trascorsi solo pochi giorni dal record sul Cervino. Kilian arriva con Emelie Forsberg e sembra rilassato e fresco dopo la colazione. Mi congratulo con lui ancora una volta per la vittoria e gli chiedo come si sente, “ Sono ancora un poco provato ma mi sento bene. Ero veramente stanco in gara e non ho potuto spingere molto. Ho fatto solo quello di cui avevo bisogno per vincere”.
La nostra conversazione volge verso l’ Ultra trail du Mont Blanc e discutiamo come la gara si svolgerà, sui favoriti al maschile e femminile. Kilian e Emelie sono concordi che Julien Chorier, Miguel Heras Anton Krupicka e pochi altri correranno testa a testa. Emelie è contenta che Nuria Picas sia presente a questa che di fatto è la sua prima gara oltre le 100 miglia. Potremmo parlare tutto il giorno ma alla fine mi metto comodo in un angolo con Kilian e parliamo del record sul Cervino.
Prima di tutto congratulazioni... Un ‘altra grande gara con Luis Hernando, ma soprattutto, questo successo appare ancora più importante essendo giunto a pochi giorni dalla tua impresa sul Cervino. Come ti senti?
«Mi sento bene. E’ stata una grande prova e con una bella atmosfera. Correre Con Luis Alberto Hernando è sempre stimolante. Ero molto stanco, soprattutto sabato. Ho quindi impostato questa prova correndo facile i primi km, per poi spingere e puntare alla vittoria sul finale. Rispetto alle altre gare ero sicuramente provato»
A Cervinia hai vissuto per tre settimane allenandoti di continuo. Hai sempre avuto un grande rispetto per il record di Bruno (3,14,44). Il Cervino è una montagna pericolosa. Mi hai detto che avresti dovuto conoscerla a fondo e memorizzare ogni tuo passo. Sei andato su e giù molte volte. Poco prima del tentativo hai dichiarato che il record era alla tua portata.. Cosa si prova a guardare qualcosa che viene percepito come un primato iconico che resisteva dal 1995? Un record che avevi sognato . Qualcosa che da bambino avresti voluto raggiungere. E’ stata un’impresa enorme….
«A 13 anni stavo parlando con Jordi, il mio allenatore e gli dissi che al momento quel record era impossibile da battere. Recentemente proprio lui mi ha ricordato quel sogno fatto da ragazzino e di come quel primato di Bruno fosse lì da parecchio tempo. 5 anni più tardi, quando ho iniziato a parlare di Summits of my life, il Cervino era il mio obiettivo. Per me, era il più difficile record nel mondo della montagna e dello skyrunning. Per esempio il Pikes Peak non è Skyrunning. Ero veramente spaventato, non solo per la montagna ma anche per come salire nel minor tempo possibile. Sono salito in cima al Cervino nove volte prima della salita vera. La prima volta sali e prendi coscienza che è qualcosa di possibile. Sali, scendi e dici… wow, questo è il tempo che di cui ho bisogno per batterlo. Dopo esser salito nove volte, ho pensato ok, ora conosco la montagna, non posso cadere, conosco la montagna bene. Avevo preso coscienza di dove potevo andare e dove farlo più con calma. Ad ogni modo la mattina del record ero nervoso. Pensavo a me stesso. Farò il record o ci impiegherò 4 ore?».
Alcune persone si sono chieste come mai sei partito alle 3 di pomeriggio… anche se sembra logico partire ad un orario meno affollato visto che il Cervino è una montagna molto frequentata
«Certo. E’ una montagna affollata quando le condizioni sono buone. Quando l’ho scalato per nove volte, ho difficilmente visto qualcuno, solo due o 3 cordate. Ero solo. La settimana del record ci sono stati dei bei giorni con caldo e asciutto e c’era molta gente. Almeno più di cento cordate. Cosi ho parlato con le guide e i soccorritori. Ho chiesto loro Cosa facciamo? Con così tante persone in giro sarebbe stato impossibile. La mia prima idea era di partire tra le 8 e le 9 di mattina ma sarebbe stato da pazzi superare tutte quelle persone. Abbiamo quindi deciso di posticipare. E’ stata la giusta decisione. Era caldo e in cima indossavo solo una t-shirt e nient’altro. Tutti stavano scendendo dal rifugio. Ho avuto il giusto aiuto dalle guide. E’ stato perfetto».
Per preparare il tuo record hai incontrato più volte Bruno Brunod. E’ venuto in montagna con te o avete semplicemente parlato del tuo tentativo?
«Bruno mi ha detto che non aveva più scalato il Cervino dopo il suo record. L’ho incontrato a Cervinia e abbiamo discusso. Quali condizioni aveva avuto, come si era preparato, com’ era stato a livello mentale. Poi abbiamo discusso delle corde fisse, dei pantaloncini corti e di come riuscì a fare quel tempo. Bruno ha smesso di correre nel 2003, ma l’anno scorso ha ripreso e ora si sta preparando al Tor des Geants. Non ha mai corso una gara così lunga. Era spaventato. Gli ho detto, forza ragazzo, sei forte e puoi fare bene».
Quando vai in montagna come attui le tue scelte? Hai parecchie opzioni per tentare la vetta e prima di farlo devi definire la via giusta e soprattutto mettertela bene in testa in modo da conoscere ogni passo. Sai che puoi spingere in un posto e non scivolare in un altro?
«In questo caso è una sola la via. La Cresta del Leone è la linea classica, la più veloce. E’ la via storica e la stessa che Bruno ha fatto e anche chi è salito prima di lui. E’ un crinale sottile, trovi parecchi posti dove si può passare, ma bisogna pianificarli. Devi conoscere dove metti i piedi, dove puoi spingere o dove non puoi. Hai delle parti esposte a ovest e altre a nord… Come se non bastasse vi sono crinali stretti in cresta dove puoi trovare ghiaccio. Se vai alla mattina, puoi trovare ghiaccio. Se vai alle 10… acqua. Devi spendere del tempo per capire come muoverti e per capire la montagna e la sua vita. A nord è sempre ghiacciato e così ho dovuto prestare parecchia attenzione. A ovest ho potuto spingere molto di più sulle rocce asciutte dove la gomma delle mie scarpe aveva un bel grip. E’ importante trascorrere del tempo sulla montagna per capire bene tutte queste cose. Ad esempio, se c’è freddo e vento le mie suole non avrebbero lo stesso grip rispetto ad una giornata asciutta. Se so questo, so veramente dove posso andare. E’ molto importante capire le condizioni della montagna e come sono le condizioni meteo».
Hai menzionato la suola delle scarpe. Avevi un modello particolare?
«Si ho provato suole differenti. Ho sempre usato le Salomon Sense, ma hanno suole differenti, e differenti gradi di gomma. Per il tentativo ho usato una gomma morbida per il grip. Nella neve ogni scarpa scivola. Devi avere la tecnica giusta del piede piatto e l’abilità a spingere..»
Tentativi a confronto… Per esempio, nel 1995, quando Bruno arrivò in piazza a Cervinia solo poche persone erano in giro e probabilmente con una birra. Marino Giacometti e Lauri van Houten sono stati determinanti nel suo record. Lo hanno aiutato finanziariamente, hanno organizzato la sicurezza, la presenza di un elicottero e, naturalmente, sono stati coinvolti nel tentativo. Tu hai potuto contare sulla presenza di Seb Montaz, un vero maestro.. Ci ha regalato alcuni grandi scorci di quando eri in cima… brevi spettacolari video sono già su YouTube. I tuoi clip mentre salti un crinale, un crepaccio o scivoli giù nella neve hanno fatto registrare un incredibile numero di visualizzazioni. Insomma Queste immagini ci hanno “messo in prospettiva” e ci hanno dato un'idea della difficoltà e della pericolosità di questa impresa. Insomma questi video sono un aspetto importante per attirare la gente in montagna e anche permettere alle persone di comprendere la spettacolarità di queste imprese…
«Quando un giorno mi fermerò queste immagini resteranno per sempre nella mia mente. La realizzazione di questi video permette alle persone di unirsi a noi in montagna e permette loro a tutti di capire ciò che facciamo. E’ bello, è bello, ma è anche molto difficile. Ci vuole preparazione, ci prendiamo qualche rischio, ma i video contribuiscono a motivare e informare. Il modo in cui vado in montagna è possibile, ma è necessario imparare. Per me, il mio culmine è stato il Cervino… ho capito la mia capacità, e la mia abilità tecnica. Accetto il rischio. Per tutti gli altri, può essere qui o vicino a casa. Vogliamo mostrare e condividere che si può viaggiare leggeri in montagna e spero che molte persone possano capire».
Sei partito alle 15 da Cervinia. Salomon Sense, pantaloncini, maglietta e una giacca legata intorno alla vita. Sembri come uno che sta andando a fare una corsa ... ovviamente questo è quello che stai andando a fare! Parti e nelle fasi iniziali è facile, poi diventa difficile, tecnico, con corde, creste, pareti a salire e così via.. Come hai fatto ad elaborare il tentativo nella tua mente? Hai avuto obiettivi specifici, sapevi a che ora avresti voluto essere in quel posto o andavi a sensazioni? So che nelle prime fasi avevi solo circa 3 minuti sul record di Bruno, è stato forse un punto critico. In discesa poi sei sceso super veloce. Hai fatto 2h52’02, invece di 3h14’44”. E Bruno aveva proprio previsto un 02h52’! Sei rimasto sorpreso?
«Sono rimasto davvero sorpreso. Quando Bruno ha detto 02h52’ ho pensato… niente da fare. Ipotizzavo di battere il record di 2-3 minuti al massimo. Forse 03h10 sarebbe un buon tempo? Durante la prove non sono mai andato veloce perché in quelle parti non lo puoi fare.. E 'come una lotteria e si prendono i numeri ... lasciamo i numeri per il giorno della gara! L'unica volta che sono andato più veloce è stato il secondo giorno, quando mi sono allenato. Ho pensato, wow, forse riesco a battere il tempo di Bruno. Se io sono vicino al tempo di Bruno allora posso andare più veloce. Ho parlato con Seb Montaz la mattina del tentativo, ha detto che se fossi stato in cima entro le 2 ore, sarebbe stato buono, e si avrebbe avuto il tempo per non rischiare in discesa. Ho detto, sì sarei molto felice. Quando ho iniziato il tentativo era pomeriggio. In cima faceva caldo, però troppo verso valle. Non mi piace il caldo. Ho iniziato con un buon ritmo, ma è stato difficile trovare la forza. Ho visto un sacco di gente e amici. Bruno stava mi incitava, gli amici di sci gridavano, le guide di Cervinia, Nuria Picas era lì e così via ... mi hanno dato energia. Mi sono detto, devo andare avanti, devo spingere. Ho avuto il tempo di Bruno nella mia mente, ma non ho avuto la previsione di quello che avrei potuto fare. Ero vicino al tempo di Bruno fino al Colle del Leone, poi la cresta è iniziata ed è tornato mio. E 'dove mi piace correre. E’ tecnico, bisogna salire e avere bisogno di spinta. E’ esposto. Amo essere esposto sulla montagna. Qui non mi muovo veloce, fluido. Questo è il modo di muoversi su questo terreno. Ho iniziato a guadagnare tempo tutta la strada fino alla vetta. Ho guardato l'orologio e ho visto che ero quasi 12 minuti sotto il tempo di Bruno, mi sono detto, wow, questo è incredibile. E’ 'possibile! Va bene, ho detto, posso farlo. Ero felice, ma non riuscivo a staccare. E 'una lunga discesa fino a Cervinia, avevo bisogno di essere sicuro di ogni passo. Il capo delle guide di Cervinia mi ha detto in cima, si può fare! Ho iniziato a concentrarmi profondamente. Mi piaceva così tanto, mi piace correre le sezioni tecniche. Non ho spinto con le gambe, ho spinto con mente. Dove mettere i piedi, dove mettere le mani, quando planare, quando andare più veloce, quando fermarsi… questo è ciò che amo, mi piaceva così tanto. Quando la parte più tecnica è finita, mi sono reso conto che ero quasi 20 minuti davanti a Bruno, così, l'ultima tratto è risultato semplice e ho spinto per arrivare alla fine».
Io e molte altre persone eravamo in apprensione. Abbiamo rispettato la montagna e abbiamo anticipato ciò che tu avresti fatto; spingere porta a rischiare, così quando tu hai raggiunto la cima e hai saputo che eri davanti al tempo di Bruno, questo indicava che la discesa sarebbe stata più facile. Hai preso meno rischi sapendo che il tempo era dalla tua parte?
«Sì, naturalmente. Se fossi stato in cima in 02:10 non sarei venuto giù a quella velocità. Avrei preso più rischi. Anche questo non va! Molte persone vedendomi, hanno detto che scendevo molto velocemente. Mi hanno visto molto fluido e soprattutto veloce e senza rischi. Penso che questo sia il modo per andare giù per la montagna. Se si prendono dei rischi, la posizione del corpo è diversa, non si può scivolare bene e così via. Si reclina e questo ti rallenta. Se ti senti sicuro, sai che puoi andare veloce. Penso che forse avrei potuto guadagnare 6-7 secondi per prendere rischi. Non è niente! Questi 6 o 7 secondi possono essere stati la mia vita ... Ho capito il percorso molto bene e non ho avuto bisogno di prendere ulteriori rischi. Volevo solo essere sicuro.. Mia madre era in montagna e aveva brutti ricordi di quando ha scalato il Cervino per la prima volta, ma se si sale ancora e ancora, sai che è rischioso, ma non è necessario prendere rischi, si tratta di essere sicuri».
Quando sei arrivato a Cervinia, è stato come alla fine di una gara. Era incredibile. Tutto transennato.. era quasi come l'arrivo della Ultraks qui a Zermatt. Questo ti ha sorpreso?
«Sì. Sono stato a Cervinia per tre settimane dormendo nel mio furgone. Sono rimasto sorpreso dall’accoglienza da parte di tutti. Per esempio, il primo giorno che ho scalato il Cervino ero con Emelie. Siamo saliti con le scarpe da corsa e quando abbiamo raggiunto la cima, le guide alpine hanno detto 'wow, che ci fate con le scarpe da corsa. Congratulazioni. Vuoi provare il record Cervino, possiamo aiutarvi? Dicci il giorno, e vi aiuteremo. Non c'è un altro posto come questo, di solito si ottiene la risposta, 'Cosa stai facendo qui in scarpe corsa, questo è ridicolo'. Non a Cervinia, hanno voluto aiutarci fin dall'inizio. Ogni volta che ho scalato è stato così, il supporto è stato grande. Mi è stato chiesto sempre, 'dicci quale giorno si va e vi aiuteremo. Vogliamo essere in montagna per aiutarti '. E 'stato lo stesso per gli hotel di Cervinia che mi hanno offerto docce o mi hanno detto che se avessi bisogno di qualcosa come Internet, non ci sarebbe stato problema. E’ un ambiente incredibile. La gente era felice che io fossi a Cervinia per fare il record e sono stati con me. Penso che questa è stata la parte più bella del record. Sono andato solo con il mio furgone, ero solo a salire ma tutti mi sostenevano come se fossi una squadra.. E 'stato così facile allora tentare il record. Il giorno prima del mio tentativo, ho fatto una chiamata al Soccorso Alpino dicendo: 'Domani vado'. Mi hanno detto: 'Va bene, quante persone hai bisogno? Metteremo il nostro personale in montagna per la tua sicurezza nel caso in cui capitasse un errore'. Ho chiamato le guide alpine e hanno detto, va bene, metteremo la gente qui e qui. Le guide finiscono di lavorare a mezzogiorno, ma mercoledì sono tornati sul Cervino a darmi una mano. È stato unico. L’accoglienza è stata così fantastica».
E’ incredibile il livello di supporto che hai ottenuto. Conoscendoti, saresti stato tranquillo nel tuo furgone, saresti partito dalla piazza e ritornato come se niente fosse. Marino Giacometti ha fatto un’ottima cosa. Questi tentativi di record hanno bisogno di essere verificati e questo significa che serve una prova che ci dica che tu sia salito e tornato indietro. Ovviamente non stiamo mettendo in discussione la tua onestà. Ma per i record futuri serve una struttura in loco. Credo che fissare uno standard per il futuro sia una buona cosa. Questo significa che per i futuri tentativi come Elbrus in Russia, tu possa iniziare a incorporare questo sistema...
«Sì, so che ho bisogno di qualcuno che tenga il crono e sono consapevole di aver bisogno di qualcuno in cima. Per il Monte Bianco, c’erano alcuni membri dell'Ufficio del Turismo che hanno confermato il mio tentativo e inoltre ho avuto le guide in cima. Ho anche i file gps sul mio Suunto. Al Cervino non è stato un problema, abbiamo avuto tutti al posto giusto. Ad esempio, Marino Giacometti ha preso il tempo a Cervinia ma le guide ecc erano completamente dietro il tentativo e hanno verificato il percorso. Il mio crono è stato comunicato via radio a tutte le guide sulla montagna così il mio progresso è stato monitorato. E 'importante per la verità. E 'proprio come il controllo antidoping ... si tratta di integrità, le mie intenzioni sono al 100%, è importante fare il record nel modo corretto. Sono consapevole del fatto che molti 'FKT sono senza controllo, io personalmente credo nelle persone, ma quando si vede il mondo e si vedono i problemi, sono conscio che a volte le persone possano non essere oneste».
La cosa bella di questo tentativo, è che hai avuto un team di persone sulla montagna, abbiamo avuto controlli orari e ciò chi ha permesso di comunicarlo al mondo via Facebook e Twitter. Questo è stato eccitante. I social media sono attivissimi nel seguirti. Penso che si siano fermate così tante persone al lavoro. E 'interessante dal mio punto di vista, perché è quello che faccio, ma credo che il concetto di qualcuno che corre su e giù per una montagna e che il messaggio venga inviato in tutto il mondo e possa interessare… impressionante come tantissime persone siano rimaste incollate a seguire la tua impresa. Ciò ti interessa o pensi semplicemente alla montagna?
«Quando sono in montagna sono concentrato al 100%. Ho bisogno di essere nel mio momento e pensare a dove metto i piedi, quanto velocemente posso andare. Se la mia mente vaga perderò tempo o forse la mia vita, quindi sono stato super concentrato a muovermi il più rapidamente possibile. E 'solo la montagna. I social media e la fotografia li lascio ad altri. Ad esempio, Seb era in elicottero, ma non l’ ho mai visto o sentito, anche se lui era così vicino. Questo perché avevo bisogno di essere al 100% impegnato. Penso che questo sia bello. In corsa negli ultimi tre anni ho gestito il mio sforzo e quindi non ho bisogno di concentrarmi così tanto ma qui è stato completamente diverso. E 'stato come la prima volta che ho corso dieci anni fa, quando ero super concentrato. E 'una sensazione super bella».
I social media hanno reso accessibile quello che stai facendo al grande pubblico. Ciò è estremamente interessante per noi, ma anche per te e per tutti quelli coinvolti. Credo che ora la vostra energia si concentri sulla Russia e il monte Elbrus?
«Si, però ora ho bisogno di un pò di relax»
Alla Dolomiten mi hai detto che non avresti volute correre per un mese e poi sei andato alla Sierre-Zinal
«Ah, sì, ero vicino a Sierre-Zinal, era solo dall'altro lato del Cervino, quindi è stato un buon allenamento. In più è stata la 40ª edizione. Ora mi prendo un paio di settimane senza gare ma mi allenerò molto…mi piace, ho bisogno di farlo per essere vivo. Mi allenerò, ma non gareggerò fino alla UROC negli Stati Uniti. Mi concentrerò su Elbrus per le prossime settimane, voglio andare in Russia prima dell’ UROC, forse il 15 settembre. Progetterò tutto in quella data e farò allenamento in altitudine».
Quindi faraì la cima dell’Elbrus prima dell’Uroc?
Si penso di si. Dopo Uroc farò la Skyrunning Limone Extreme e poi la Diagonale des Fous e poi dopo questo voglio un meritato stop».
Stop, non significa scialpinismo?
«Significa una settimana di non allenamento e poi starò in Montagna per Novembre e Dicembre ma non correrò».
Va bene, ti seguiremo e vedremo se faraì delle gare ... Kilian grazie per averci concesso così tanto tempo. Ah… quando potremo vedere l'intero film a cura Seb Montaz di quest’anno o dell’ultima cima?
«Ci stiamo lavorando e di sicuro lavoreremo molto dopo l’Elbrus. Novembre e dicembre vedrà gran parte del lavoro inidirizzato alle modifiche, quindi speriamo entro la fine dell'anno. Forse alla fine di dicembre?»
Perfetto grazie per il tempo dedicatoci
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