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LO SKYRUNNING NON E' CORSA IN MONTAGNA

Sottotitolo: 
Ecco cosa cambierà nel mondo outdoor dopo il riconoscimento del CONI

Maurizio Torri
17/5/2017
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skyrunning
disciplina
coni
corsa in montagna
intervista avvocato saltarelli

Abbiamo intervistato per voi l'Avvocato Flavio Saltarelli, skyrunner & scialpinista che ben conosce il mondo outdoor legato agli sport di montagna...

Cosa cambia nel mondo outdoor degli sport di montagna dopo lo storico riconoscimento da parte del CONI? Come si dovranno muovere atleti e organizzatori ora che lo skyrunning è una declinazione dell'alpinismo, non soggetta alla regole della FIDAL e ben distinta dalla corsa in montagna classica? Queste sono solo alcune delle domande che si stanno ponendo i numerosi amanti delle corse a fil di cielo. Come rispondere loro? C'abbiamo provato rivolgendoci all'Avvocato Flavio Saltarelli. Skyrunner, scialpinista, atleta e grande appassionato di sport....

 

 

Il Consiglio Nazionale ha integrato lo Skyrunning nell’elenco delle discipline sportive riconosciute ed ammissibili per l’iscrizione al Registro CONI. Nel mondo degli sport outdoor che prospettive apre questa decisione?

 

«In primo luogo tengo a premettere che in questa intervista mi esprimo a titolo personale, come Flavio Saltarelli, avvocato cassazionista che per passione si occupa di problematiche legate a skialp e skyrunning (sui quali verso la fine dell’anno dovrebbe uscire anche un mio libro in tema di responsabilità civili e penali) dopo averlo praticato per 20 anni. Non mi esprimo, invece, come uno dei referenti normative della Fisky quale sono.
Il Coni non ha fatto altro che prendere atto - ed attribuire il proprio crisma formalizzandolo - del riconoscimento che l’Uiaa aveva già effettuato da anni dello skyrunning come declinazione dell’alpinismo. Un alpinismo annacquato dalla necessità di tutelare chi lo pratica in velocità, ma pur sempre su percorsi denotati da caratteristiche alpine (per quota e tecnicità); su percorsi che raggiungono vette e non ci girano intorno per giorni come spesso avviene con i trail».

 

 

 

 

 

Giusto considerarla un successo per i “corridori del cielo” che si sentivano scippati della loro legittimità?

 

«Un grande successo dal punto di vista giuridico, direi. E questo perché lo skyrunning ora anche a livello nazionale ha una propria precisa identità giuridica; un identità che è diversa dal trail e dalla corsa in montagna e che tutela gli organizzatori i quali, d’ora in poi legittimamente, potranno inserire a pieno titolo nelle loro gare tratti tecnici, seppure messi in sicurezza da solo chi per legge può farlo: le guide alpine. Le assicurazioni che tuteleranno tali competizioni non potranno rifiutare risarcimenti per eventuali incidenti su tratti tecnici messi in sicurezza; questo perché i tratti tecnici fanno “naturalmente” parte dello skyrunning essendo una declinazione dell’alpinismo; cosa ben diversa per il trail e la corsa in montagna».
 

 

 

In futuro cosa cambierà per quegli organizzatori ai quali era richiesta un’ulteriore affiliazione Fidal e che non potevano dichiarare gli effettivi montepremi delle gare?

 

«Dopo il riconoscimento del Coni è certo che lo skyrunning non fa parte dell’atletica. La Fidal dunque, a mio avviso, c’entra con lo skyrunning come la  FMI (la federazione motociclistica) o la FISI: cioè nulla. E con questo credo di aver risposto».

 

 

 

 

Gli atleti Fidal della corsa in montagna rischiano ancora una squalifica se pescati al via di una SkyRace?

 

«Questa è una domanda che dovresti porre alla Fidal. Comunque penso di essermi già espresso rispondendo alla precedente».
 

 

Se non sottoposto all’egida della Fidal, A livello assicurativo un organizzatore come dovrà muoversi per dormire sonni tranquilli?

 

 

«Se lo skyrunning è riconosciuto giuridicamente (in senso lato) ed è insito nello skyrunning affrontare passaggi tecnici perché costituiscono la sua essenza tipica, le relative polizze  - come già peraltro ora fanno quelle stipulate dalla Fisky - devono contemplare risarcimenti (a condizione che il percorso sia messo in sicurezza) anche per incidenti su tratti tecnici. Così chi organizza una gara di skyrunning oggi è più tutelato di ieri. Diverso invece per le altre attività legate alla corsa in natura alle quali i tratti tecnici non sono tipicamente connaturati. In esse, se le polizze espressamente non prevedono risarcimenti per incidenti su tratti tecnici,….possono essere guai, e non di poco conto».

 

 

 

 

Ma allora che fine fanno le gare diciamo di skyrunning meno tecniche?

 

 

«Nessuno "nasce imparato”. Le gare meno tecniche - a mio personalissimo avviso – nello skyrunning avranno senso solo per promuovere gradualmente le capacità necessarie degli atleti a prendere parte a quelle competizioni di impegno più elevato per quota e difficoltà di percorso».