IAN CORLESS INTERVISTA KILIAN JORNET
Sottotitolo: Obiettivi presenti e progetti futuri del fenomeno catalano…
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Vi proponiamo uno stralcio della bella intervista che il fotografo Ian Corless ha fatto alla stella del Team Salomon International
In occasione dell’ultima tappa di Coppa del mondo, andata in scena lo scorso fine settimana in Svizzera, Ian e Kilian si sono trovati spalla a spalla a fotografare gli atleti in gara. L’occasione è stata propizia per uno scambio di opinioni a tutto campo. Noi ve ne proponiamo uno stralcio….
«Sto davvero bene, non so perché. A livello di condizione atletica è forse la mia migliore stagione. Non sono uscito stanco dall’inverno di skialp e ciò è stato un bel vantaggio. Ho corso lo stesso numero di gare, ma le ho recuperate molto meglio. Anzi, ho forse anche macinato più dislivello e più chilometri».
La cosa che impressiona è come Jornet passi agevolmente da un record in quello che lui ha definito #mountainclimbing a correre veloce su qualsiasi tipo di distanza. E un attento osservatore come Corless questo particolare non è certo sfuggito:
«In Alaska è stata dura e nel contempo divertente. Il meteo era pessimo: 21 giorni di brutto tempo e due soli di sole. Nevicava sempre, ma abbiamo comunque fatto molte cose. Era possibile fare qualcosa ogni singolo giorno. Ciò che mi ha stupito è però tornare a Chamonix e andare così forte. Il rendimento del vertical ha addirittura superato le mie aspettative».
Dopo una serie di domande a tutto campo sulle varie gare della stagione che lo hanno visto assoluto protagonista, il discorso ha ovviamente puntato su no degli appuntamenti clou di fine agosto e sulla strategia che Jornet adotterà nella sua terza esperienza al mitico Trofeo Kima. Considerando anche che la stagione è ancora lunga…
«Difficile parlare di piani e strategie in una gara come il Kima. In gioco vi sono troppe variabili. Per esempio questa settimana vorrei fare anche dell’alpinismo, ma non posso arrivare in Italia troppo stanco. Nel mio calendario vi sono ancora la Rut e la Limone Extreme. Dopo un’estate così piovosa appena esce una giornata di sole la neve mi tenta e non so resistere nonostante il calendario gare».
Stagione che entro la fine del 2014 prevede anche un altro appuntamento con il progetto Summit of my Life. E questa volta nel mirino vi è l’Aconcagua:
«In novembre riprenderò gli allenamenti con gli sci e poi ricomincerò a correre per la Aconcagua. Sono carico perché si parla di una cima sopra i 7000m. Non è tecnica, ma comunque dura. Mi sa che c’è un doppio record ma non so bene il tempo ufficiale: Nel 2000 Bruno Brunod, Jean Pellissier e Fabio Meraldi arrivarono in cima da Plaza de MUlas in 3h40’. Carlos Sa 15:42 dal National Park Horcones. Mi piacerebbe provare ad abbassare entrambi i primati e nel frattempo Emelie Forsberg tenterà di stabilire quelli femminili».
Record su record, step by step, sino all’ultimo. Quello più suggestivo: il Monte Everest...
«Quello sarà tutt’altra cosa anche solo per i suoi quasi 9000m. sarà veramente lunga e questo sarà uno dei problemi più grandi. Lo tenterò senza ossigeno e in velocità; per giunta su una via tecnica. Inizierò la preparazione sul versante nord. E’ una zona relativamente tranquilla e non avrò problemi con la gente. Lo voglio preparare bene. Andrò là in primavera, autunno e forse pure nella primavera successiva. Ovviamente il meteo sarà determinante e quindi mi aspetto di dovere provare diversi tentativi».
L’Everest sarà il coronamento di Summit of my Life. E dopo che sarà di Kilian Jornet?
«Ho molti progetti. Scalando il Matterhorn mi sono guardato in giro e mi sono apparsi diversi progetti. Mi piacciono le linee estetiche. Ho solo l’imbarazzo della scelta. Mi piacciono anche le gare, mi piacciono gli allenamenti, l’ambiente. Continuerò quindi anche a correre e sciare… »
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Photo Copertina: ©iancorless.com_IMG_5958SierreZinal_2014_kilian