CERVINO VERTICAL K 2014 - CERVINIA (AO)
Sottotitolo: Gli scialpinisti dettano legge...
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Nella tappa di Italian Series il campione di Areches Beaufort mette tutti in fila. in gara anche Bruno Brunod...
Sabato , sua maestà il Monte Cervino ha deciso di non concedersi alla vista dei tanti skyrunner giunti ai suoi piedi per affrontare la terza prova stagionale delle Vertical Skyrunner® Italy Series. Quasi come se il tutto fosse stato saggiamente premeditato da un’attenta regia, quasi a voler dire che nel prossimo futuro, quando lo skyrunning tornerà a Cervinia, ci sarà tutto il tempo per ammirarne il suo simbolo da qualsiasi angolazione.
Dallo Sporthotel Sertorelli, le nuvole basse, i furgoni delle squadre nazionali di sci alpino schierati nel parcheggio antistante e le temperature decisamente fuori stagione, per un attima hanno addirittura tratto in inganno, proiettando di fatto tutti i presenti in una tipica giornata invernale. Del resto, dall’inizio della stagione estiva, vista la quantità neve presente sulle rocce della Gran Becca, ancora nessuno è riuscito a toccarne la croce di vetta. A qualche centinaia di metri, nel centro del paese, però, ci hanno pensato i colori dello skyrunning a rallegrare l’intera scena. Gli oltre 170 atleti iscritti, al netto di chi ha rinunciato per le difficoltà meteorologiche, sono la testimonianza più evidente di come questa prova, alla sua prima edizione, sia partita con il piede giusto. La prova di Cervinia, è stata anche l’occasione più propizia per ricordare il passato della disciplina, ammirarne il presente e per gettare le basi sul suo imminente futuro.
Il Cervino Vertical K, infatti, rappresenta una delle tappe fondamentali nella storia dello skyrunning. Un lungo percorso iniziato ufficialmente il 28 luglio, 1992, con la prima SkyRace® della storia, la celebre Courmayeur-Monte Bianco-Courmayeur, vinta da Adriano Greco (8h48’25’’) su Marino Giacometti e Angelo Todisco, tra gli uomini, e da Gisella Bendotti (6h50’ salita) su Bruna Fanetti. In realtà, si tratta di una storia già sognata qualche anno prima, per la precisazione nel 1989, quando il suo ideatore, Marino Giacometti, ha dato sfogo al suo istinto di velocità in quota salendo, prima il Monte Rosa da Alagna in 3h53’’ e poi stabilendo il record di salita e discesa al Pumori (7,200 m) in 14 ore.
E il Vertical K di Cervinia entra di diritto in questa lunga storia perché, di fatto, è stata la prima prova di Vertical Kilometer® mai disputata. I primi padroni del verticale furono, 1° Ettore Champretavy, 2° Bruno Brunod, 3° Fabio Meraldi e 4° il giovanissimo Marco De Gasperi. Nello stesso anno, i corridori del cielo incominciarono a cimentarsi con i record personali. Nel 1994, infatti, i precursori furono Fabio Meraldi e Gisella Bendotti che salirono e scesero il Monte Rosa (4.559m) da Alagna, rispettivamente in 3h14’ e in 4h00’. Fu però l’anno successivo, quello verrà ricordato come l’anno dei record dello skyrunning. I corridori del cielo, si misero in gioco sfidando le principali vette europee e non solo frantumando tutti i principali record. L’elenco è a dir poco impressionante e molti dei protagonisti furono proprio gli stessi atleti che parteciparono al Vertical K di Cervinia: Pep Ollè e Fabio Meraldi salirono e scesero dal Shisha Pangma (8.013m) in 15 ore (12h per la sola salita), lo stesso Meraldi stabilì anche il primato al Mount Kenya (4.985m) in 5h03’22 (3h29’ per la sola salita), e quello al Monte Bianco (4.810 m) da Courmayeur in 6h45’24’’ (4h28’36’’ per la sola salita), Ettore Champretavy fece suo il Gran Paradiso (4.061m) da Pont in 2h01’36’’ (1h43’22 per la sola salita), L’americano Matt Carpenter salì sul Tao La (5.200m) in 3h23’, e Bruno Brunod domò il Cervino (4.478m) in 3h14’44’’ (2h10’ per la sola salita).
E' stato a dir poco, entusiasmante vedere due dei protagonisti del passato ritornare su questo circuito per sfidare se stessi e alcuni dei specialisti del vertical del cielo del momento. Alla partenza, infatti, si sono presentati anche Bruno Brunod ed Ettore Champretavy. La loro, però, non è stata una semplice comparsata da amarcord ma, come in passato, si sono dati battaglia l’uno con l’altro. A distanza di vent’anni, hanno ribadito, non solo che i loro tempi erano già di altissimo livello, ma che il vero talento non ha età. Bruno ha chiuso la prova in 6° posizione assoluta ed Ettore in 9° vedendo inviolato il suo primo record di 40’17’’. Ma già dal primo mattino, un altro grandissimo della disciplina aveva voluto rendere omaggio a questo ritorno; Fabio Meraldi, insieme alla moglie Manuela Di Centa, in Valle per altri appuntamenti, hanno deviato il loro viaggio fin qui per salutare la tribù dello skyrunning.
La gara, come da pronostici è stata caratterizzata dal duello tra i portacolori del team La Sportiva, il francese William Bon Mardion e il valdostano Nadir Maguet. Per loro, rispettivamente, un crono importante di 41’21” per il primo e di 41’33” per il secondo. Per Maguet, dopo la leadership provvisoria nelle Skyrunner® World Series 2014, arriva anche il secondo posto nella classifica generale delle Italy Series. Il Vertical K di Cervinia, ha anche ribadito che la Valle d’Aosta è terra di skyrunner ma anche di sci alpinisti di altissimo livello. E non è un caso, infatti, che i primi quattro atleti in classifica provengano proprio da quest’ultima disciplina.
Alle spalle dei due atleti prima citati, ci sono anche i giovani Henri Aymonod e Stefano Stradelli. Leggermente più attardato, forse perrchè ancora reduce dalle sue recenti imprese Himalayane sul Kangchenjunga, anche Francois Cazzanelli del Centro Sportivo Esercito di Courmayeur.
In campo femminile, la gara è stata dominata da Barbara Cravello de Gli Orsi – Revolution Team. Per lei, un crono finale di 52’02” e un vantaggio di 59’’su Kataazyna Kuzminka e di 1’20 su Alma Rrika (Valetudo Skyrunning).
E per il prossimo futuro, sicuramente Cervinia sarà al centro dei nuovi progetti dello skyrunning. E intanto, la celebre guida Antonio Carrel, esattamente come vent’anni fa, ascolta con grande interesse i progetti che toccano da vicino il suo Cervino e lo skyrunning.
(PHOTO Courtesy Fabio Menino)