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INTERVISTA A PIETRO LANFRANCHI

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La stagione “Rock and Roll” del campione bergamasco non è ancora finita...

Maurizio Torri
26/3/2012
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La stagione “Rock and Roll” del campione bergamasco non è ancora finita!!!

Un finale di stagione da Grande Course per il gotha dello scialpinismo mondiale che, a soli 10 giorni dalla chiusura della Pierra Menta, giovedì si trasferirà ad Arvier Valgrisenche per l’edizione 2012 del Tour du Rutor Extreme. Promossa e organizzata dagli uomini dello Sci Club Corrado Gex, ottimamente coordinati dall’alpinista Marco Camandona, questa gara patrocinata dall’assessorato al turismo della Regione Valle d’Aosta, vedrà circa 300 squadre affrontarsi in 3 giornate di skialp a fil di cielo affrontando 7000 di dislivello positivo sotto l’occhio vigile di 150 volontari. 

 

In vista di quella che di fatto sarà una delle gare più attese della stagione 2011-2012 abbiamo intervistato l’azzurro Pietro Lanfranchi. Uno che in pochi anni è passato dal vincere le gare di paese a salire sul podio della Pierra Menta, vincendo la tappa più prestigiosa: quella sul Gran Mont davanti a 5000 spettatori.  

 

 

Pietro Lanfranchi e William Bon Mardion un'altra volta insieme.... Ci state prendendo gusto?

 

«E’ un onore correre con un grande campione come William Bon Mardion che, a mio parere, rappresenta forse la massima espressione dello scialpinismo moderno: forte in salita ed inarrivabile in discesa. Certo, gareggiare al suo fianco sarà ancora una volta durissima: stringerò i denti e farò del mio meglio per esserne all'altezza».

 

Podio in Coppa del Mondo, Podio alla Pierra Menta e successo nella tappa del Gran Mont davanti a 5000 persone. Quale è stata l'emozione più grande di questo 2012 cominciato alla grandissima?

 

 

«Questo 2012 non è iniziato proprio alla grandissima; un infortunio, che mi ha costretto allo stop assoluto per il mese di novembre sino a metà dicembre, ha rischiato di compromettere tutta la stagione, ma con pazienza e tanta voglia di riprendermi sono riuscito a recuperare la forma e a gran sorpresa mi sono trovato di nuovo al fianco dei big. Il podio individuale  in Coppa del Mondo. Da tempo lo sognavo e finalmente il sogno s'è realizzato, un terzo posto che per me vale oro e mi ripaga di tanti sacrifici. Ma la Pierra Menta con l'esplosione di tifo sul Gran Mont passando in testa tra due ali di folla ed il traguardo tagliato con William sono emozioni che mi porterò dentro tutta la vita...ancora mi emoziona pensarci...»

 

 

Gran parte dei big con i quali ti confronti praticano lo skialp agonistico da quando erano ragazzini. tu invece a sedici anni suonavi la batteria in una band...

 

«E’ vero, dopo un'adolescenza passata nei locali a suonare, della quale ho comunque dei bellissimi ricordi, ho scoperto lo skialp e lo sport di resistenza in generale a 23 anni. Forse un po' troppo tardi ma da allora la passione per questo sport continua ad aumentare di anno in anno. Certo rispetto ai Big pecco ancora un po' in quegli automatismi e in quell'esperienza che loro, per forza di cose, hanno acquisito col crescere in questo sport però poco alla volta ho imparato a difendermi e a colmare questo gap».

 

Tenacia, grinta, resistenza e determinazione ti hanno portato ad essere uno tra i migliori interpreti della specialità. Visto che sei uno a cui piace raggiungere gli obiettivi prefissati, dobbiamo attenderci bagarre al Tour de Rutor?

 

«Ho finito la Pierra Menta veramente senza più un briciolo di energia... Avevo dato tutto!! Adesso c'è da vedere se sono riuscito a recuperare e se magari questo tour de force mi ha fatto bene aumentando la mia resistenza sulle lunghe distanze visto che per forza di cose, causa poco tempo e poca neve, quest'anno non sono riuscito ad allenare... Certo il podio è sempre un obbiettivo difficile da centrare con il livello che c'è, ma inutile nascondere che puntiamo a quello».

 

 

Nelle grandi classiche come Mezzalama, Pierra Menta, Tour du Rutor o Patrouille de Glaciers correre con Pietro Lanfranchi è una garanzia. Te lo saresti mai aspettato anche solo cinque anni fa di avere una simile considerazione nell'élite mondiale dello scialpinismo?

 

«No, non me lo sarei mai aspettato però vedo che di anno in anno miglioro anche se a piccoli passi e i campioni sono sempre più vicini, questo mi riempie d'orgoglio.... Certo le gare alla fine il più delle volte le vincono loro, ma l'esser lì a dare filo da torcere fino all'ultimo ha aumentato le mie credenziali, ed esser stato scelto da campioni Europei e Mondiali come il francese Bon Mardion per la Pierra e il Rutor e lo svizzero Troillet per il sella ronda è stato un onore».

 

Archiviata la stagione agonistica, ti attende il traguardo più bello. In uno disciplina che si avvicina a grandi passi al professionismo, come riesci a conciliare risultati sportivi, famiglia e lavoro?

 

«Proprio così, a giugno mi aspetta il traguardo più bello che “taglierò” con Cristina, la mia compagna di vita: nascerà il nostro “piccolo Lanfra”... Quindi non posso permettermi neppure di tentare la vita da professionista di skialp... Mi devo dividere fra famiglia, lavoro e allenamento. Non è semplice ma la passione e la buona volontà ( sia mia che di Cri!!!) aiutano a trovare il giusto equilibrio. D’estate mi alzo alle 6 e svolgo un’ora di allenamento tra corsa e mountain bike. Poi dritto al lavoro. D’inverno non ho grandi alternative: mi alleno la sera dopo la giornata lavorativa, qualunque ora sia. Se sono fortunato e la stagione mi regala la neve, dopo venti minuti d’auto arrivo sul Monte Farno e metto gli sci. Se l’inverno è arido come quest’anno, i tempi si allungano: in quel caso le piste innevate distano almeno un’ora da casa mia. Essere professionista mi permetterebbe di dedicarmi completamente allo sport che amo ma aumenterebbero stress e pressioni alla caccia di risultati importanti che a quel punto diventerebbero irrinunciabili, invece io posso godermi la piena soddisfazione di quello che faccio e la grande gioia anche per un terzo posto. Raggiungere un risultato, piccolo che sia, ma raccolto dopo giorni e mesi di sacrifici e tempo rubato alla quotidianità per allenarsi ha un sapore tutto speciale...e io lo conosco bene!!!»