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Il maltempo che negli ultimi giorni ha flagellato anche il territorio vicentino non ha segnato la dodicesima edizione di Trans d’Havet, gara trail gettonata e attesa da tanti runners da ogni parte d’Italia e d’Europa...
Dopo il primo podio nel 2018 e il ritiro dello scorso anno a causa di una brutta caduta mentre guidava la corsa, il chiampese Roberto Mastrotto si è voluto prendere una bella rivincita infilando una nuova vittoria nella Ultra di 80km, davanti ad un altro vicentino, Simone Vigolo, e al romagnolo Luca Zamagni. Gara rosa all’ex azzurra di Valdobbiadene Cristiana Follador, seguita dalla cremonese Giorgia Nichetti e dalla vicentina Elisabetta Pozza.
Diversi i nomi attenzionati sul parterre di Piovene Rocchette, da cui si è staccata nella notte la prova maestra con i suoi 80km e 5.500 mD+, anche se i pronostici della vigilia davano già alte possibilità di trionfo per Mastrotto. Eppure al suo fianco con Vigolo, Affolati, Marchi, oltre ad un rientrante Christian Modena desideroso di testarsi su una gara a cui è molto affezionato, le cose non si prefiguravano semplici. Infatti, dopo il via la testa della gara si metteva subito a tenere un’andatura assai sostenuta, guidata da un arrembante Simone Vigolo con Mastrotto a tallonarlo. Qualche problema intestinale costringeva al ritiro Affolati già al Colletto di Velo. Nel frattempo il chiampese gestiva la corsa sulle asperità notturne per poi farsi sotto alla volta di Campogrosso e mettersi davanti. La salita al Rifugio Fraccaroli faceva l’inevitabile selezione e Mastrotto costruiva lì quel giusto divario che gli sarebbe bastato a mantenersi in testa senza troppi pensieri. Per lui e Vigolo, la calata per il vallone di Campobrun e poi i saliscendi delle Tre Croci fino a Campo Davanti e Marana sono terreni ben noti su cui sgambare e lasciar correre il motore che, come si è visto, aveva la benzina giusta. A poco serviva il tentativo di rifarsi sotto messo in atto da Vigolo che doveva arrendersi a vedere in lontananza i fari posteriori di Mastrotto. Quest’ultimo faceva così l’ingresso trionfale in Corso Italia a Valdagno andando a stoppare il cronometro sul tempo di 09:44:37. Passavano diversi minuti prima di accogliere un comunque soddisfatto Vigolo che chiudeva in 10:02:44. A completare il podio maschile in 11:03:01 si presentava poi il giovane portacolori del team S.P. Seven Luca Zamagni.
Sul fronte femminile, invece, una runner skillata come Cristiana Follador, il cui cuore l’aveva convinta a prendersi quasi all’ultimo momento un pettorale per le Piccole Dolomiti, metteva da subito le cose in chiaro lasciando alle varie Nichetti, Pozza, Curini, Pievani contendersi le restanti posizioni sul podio. L’azzurra di Portogallo e Scozia gestiva al meglio forze e andatura presentandosi con un sorriso infinito sul traguardo in 12:51:54. Dietro di lei arrivavano ben diluite la cremonese Giorgia Nichetti (13:12:42) e la vicentina Elisabetta Pozza (14:21:30).
Nella prova Marathon di 42km staccatasi in mattinata da Recoaro Terme il bresciano Diego Angella si presentava come il campione da battere, viste le già due vittorie consecutive portate a casa sulla stessa distanza nel 2021 e 2022. A dargli filo da torcere, almeno alla vigilia, c’erano nomi di peso se non altro nel panorama locale come Zambon (vincitore nella 80km 2022), Rigodanza e Maran. Ma per il portacolori del ASD Sicurlive Sport Team - La Sportiva il pensiero fisso era uno solo: mettere a segno anche il terzo successo. E così è stato: Angella davanti al check point di Campogrosso con 3 minuti su Zambon, poi il divario cresceva e i due al successivo controllo cronometrico di Sella del Campetto transitavano con un gap di 10 minuti. E se Angella a quel punto si involava in solitaria verso il traguardo, la scelta di Zambon era quella di concludere con l’amico Rigodanza e l’evergreen Maran. Angella chiudeva in 04:19:08, seguito da Rigodanza che nei chilometri finali si sfilava un po’ proprio da Zambon e finiva in 04:29:42, con Zambon a chiudere il podio in 04:35:39.
Nella gara donne qualche rappresaglia in più si combatteva in particolare tra Serena Natolini e Giulia Jedrejcic, tenute a bada sulle prime distanze anche da Zeni, Lionzo, Pasin. L’alpina del 4° Reggimento Paracadutisti governava la testa della corsa per buona parte del tracciato, ma nella picchiata da Marana a Valdagno la Jedrejcic sgasava fino a superare a tavoletta per presentarsi per prima sul traguardo, dove stoppava il cronometro a 05:14:15. Per Natolini secondo piazzamento in 05:16:24 e a chiudere il terzetto arrivava Marika Zeni in 05:47:00.
Per finire, nella gara più corta, ma non certo più semplice, ad avere la meglio sui 24km previsti era un altro vicentino, Luca Marchioro che andava a migliorare il secondo posto conquistato nella scorsa edizione, balzando questa volta in vetta al podio con un tempo di 02:31:17, mentre dietro di lui cadevano alcuni concorrenti sotto la tagliola del controllo materiale obbligatorio, ricomponendo così una classifica che assegnava sempre in casa vicentina anche i restanti piazzamenti, andati nell’ordine a Lorenzo Zarantonello (02:34:12) e Daniele Repele (02:42:13). Infine, a liquidare la corsa rosa era Alice Casali, già trionfatrice dell’edizione 2021 e oggi presentatasi sulla finish line dopo 3 ore 18 minuti e 11 secondi dalla sua partenza a Recoaro Terme, distanziando nell’ordine le dirette rivali Chiara Crestani, seconda in 03:24:39 e Liliana De Maria che chiudeva terza in 03:39:53.