DOLOMITES SKYRACE 2014 - CANAZEI (TN)
Sottotitolo: Vincono Kilian Jornet & Laura Orgué. Doppietta Salomon. CLASSIFICHE & TANTISSIME FOTO ON LINE!!!
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Spettacolo a Canazei con Kilian Jornet & Laura Orgué grandissmi protagonisti
2h03'50", tanto è durata la cavalcata trionfante di Kilian Jornet. Il catalano del Team Salomon International si conferma re della Dolomites. Seconda piazza e grande rimonta per il romeno del Team valetudo Skyrunning Italia che con una gestione di gara accorta conquista un argento importante -2h05'21"-. 1" d vantaggio per la Stella del Team Crazy Idea/SCOTT Tadei Pivk. A seguire troviamo Merillas Moledo Manuel, Alexis Sevennec, Alfredo Gil Garcia, Torbjorn Ludvigsen, Aritz Egea, Fabio Bazzana e David Scheneider. Al femminile l'olimpionica di fondo Laura Ourgé ha concesso il bis dopo il successo con record di venerdì nel vertical della Crepa Neigra. Seconda piazza per una super Emelie Forsberg e terza piazza per Maite Maiora.
LA GARA:
Se qualcuno, dopo l’esito del Vertical di venerdì, pensava che oggi Kilian Jornet avrebbe ceduto a qualche altro pretendente il proprio trono ladino ha sbagliato i propri conti. la stella del Team Salomon è giunto a Canazei un po’ affaticato, certo, ma la corona di re della Dolomites Skyrace è ancora sua. Il fuoriclasse catalano ha fatto la differenza fin dalle prime salite, non lasciando alcuna speranza ai diretti avversari ed ha corso in scioltezza, senza però avere le risorse per attaccare il proprio record, che ha resistito senza grosse difficoltà. In campo femminile è invece un nome nuovo quello che si iscrive nell’albo d’oro, ovvero quello della catalana Laura Orguè i Vila, vera dominatrice della tre giorni fassana, avendo fatto propria pure la gara Vertical. Anche nel suo caso nessuna atleta l’ha mai davvero impensierita.
La giornata era cominciata con il solito spettacolare colpo d’occhio offerto sulle Dolomiti fassane da Piazza Marconi, a Canazei, che dalle otto ha cominciato a popolarsi di atleti con l’inconfondibile divisa verde della Dolomites Skyrace, sotto un cielo azzurro che prometteva un’altra giornata caldissima. I 732 atleti che si sono presentati al via sono stati divisi in tre gruppi, scattati ad appena un minuto l’uno dall’altro: i migliori cento, poi altri trecento runner, infine i “bisonti” con il pettorale dal 401 in su. L’attenzione si è subito concentrata sui primi, un drappello del quale purtroppo non hanno fatto parte i gemelli Dematteis. Il primo rilevamento significativo, quello del Passo Pordoi, ha indicato in testa lo spagnolo Egea Caceres, vera lepre della prima parte di gara, poco distante dai vari Schneider, Zinca, Burgada, Sevennec e Ludvigsen. Nello stesso punto, poco dopo, sono transitate le quattro reginette della prima parte di gara, ovvero Orguè, Confortola, Dewalle e Forsberg.
La competizione ha cominciato a entrare nel vivo alla Forcella del Pordoi, dove gli atleti hanno superato il tunnel scavato nella neve, ormai un’icona di questa gara: lì il basco Aritz Egea Caceres ha aumentato il ritmo, tallonato da Burgada. A 10 secondi è sfilato il francese Alexis Sevennec, dopo altri 10 lo svizzero David Schneider e poco distante il romeno Ionut Zinca, seguito dall’italiano Tadei Pivk. Fra le ragazze Laura Orguè e Antonella Confortola mettevano 1 minuto e mezzo fra loro e la francese Christel Dewalle e tre minuti fra loro ed Emelie Forsberg. Sotto la salita che porta al Piz Boè Kilian ha sorpassato Egea e lo ha lasciato ad una cinquantina di metri, con Sevennec a un centinaio. Si sale e si fatica, ad attendere gli skyrunner ora c’è il Piz Boè, dove Burgada passa con un minuto di vantaggio su Egea Caceres, due su Schneider, due e mezzo su Pivk, che comincia a farsi vedere, seguito come un’ombra da Zinca e dallo svizzero Anthamatten, poi dai norvegesi Hovind e Ludvigsen. Secondo degli italiani Fabio Bazzana. Per quanto attiene alle ragazze, scollina per prima Laura Orguè, con 30” di margine su Antonella Confortola, specialista delle salite, due minuti su Christel Dewalle, cinque su Emelie Forsberg e Maite Maiora, la coppia che poi cambierà marcia.
La rapida e ripida discesa lungo la Val Lasties cambia definitivamente le carte in tavola. Kilian Burgada schizza via e al suo inseguimento si mettono Sevennec, Schneider, Egea Caceres (in difficoltà in discesa), Pivk e Zinca. Due diventano i motivi di interesse della gara: il tempo di Burgada, che al Piz Boè si era presentato con 38” di ritardo sul ritmo da record di un anno fa, e la composizione del podio, ancora apertissima. La corsa verso Canazei permette a Emelie Forsberg di portarsi al secondo posto, a 4 minuti dalla dominatrice, mentre Antonella Confortola perde velocemente e consapevolmente posizioni.
Si arriva al Lupo Bianco con Pivk al secondo posto e Zinca al terzo: la volata fra i due è ormai lanciata e si risolverà solo sulla linea del traguardo. A Canazei, poco dopo, piomba Kilian Jornet, che si permette di percorrere il rettifilo finale salutando il pubblico e sfiorando le mani della gente accorsa per assistere alla sua ennesima impresa. Il record non c’è, per tre minuti e mezzo, ma i suoi immancabili sorrisi sì, perché imporsi qui senza la forma migliore è proprio solo dei grandi. Mentre l’atleta catalano della Salomon prende fiato, arrivano in volata Zinca e Pivk: il romeno della Valetudo precede di un secondo l’italiano del Team Crazy Idea, comunque soddisfatto per la prestazione. A sorpresa la medaglia di legno va virtualmente al collo dello spagnolo Manuel Merillas Moledo (Team Mammut), bravissimo nella discesa, seguito dal francese Sevennec (Crazy Idea), dallo spagnolo Gil Garcia (La Sportiva), dal norvegese Ludvigsen (Salomon), da Egea Caceres, protagonista in salita, e dal bergamasco Fabio Bazzana (Salomon), nono e secondo degli italiani, che conclude crollando a terra per l’immane fatica.
In campo femminile si impone, a 17” dal record di Emelie Forsberg, Laura Orguè, davanti dal primo all’ultimo chilometro. Seconda la stessa svedese del Team Salomon, vincitrice delle ultime due edizioni, staccata di un minuto e mezzo, mentre terza compare tre minuti dopo, un po’ a sorpresa, la spagnola Maite Maiora (La Sportiva). Di un soffio fuori dal podio la francese Christel Dewalle (Adidas), che era giunta seconda nel Vertical, seguita dalla polacca Anna Magdalena Kozierlska e dall’inglese Victoria Wilkinson. Prima delle italiane Silvia Rampazzo (Valetudo), veneziana di Noale, nona dietro a Stephanie Jimenez.
Durante la premiazione è stato assegnato anche il premio Memorial Diego Perathoner, la combinata fra la Sellaronda Skimarathon invernale e la Dolomites Skyrace. A trionfare è stato Tadei Pivk su Fabio Bazzana e Christian Varesco. In campo femminile Linda Menardi su Francesca Scribani.
ECCO LE INTERVISTE A CALDO:
Due gare in solitaria e due dimostrazioni di forza, quelle dei vincitori della Dolomites Skyrace numero 17, Kilian Jornet Burgada e Laura Orguè i Vila. Un successo che si è concretizzato proprio nell’ascesa al Piz Boè, dove entrambi hanno fatto la differenza, come spiegano nelle interviste al traguardo di Canazei.
Kilian Jornet: «Sono davvero molto felice, perché avevo nelle gambe la fatica accumulata nei 160 chilometri della gara di pochi giorni fa in Colorado e vincere alla Dolomites Skyrace di Coppa del Mondo rappresenta un riscontro importantissimo. Ho cercato di imporre subito un ritmo importante alla gara, perché sapevo che nella discesa avrei potuto concedere minuti ai due specialisti Zinca e Pivk, così ho forzato, passando a Forcella Pordoi assieme ad Egea Caceres, quindi ho attaccato definitivamente verso il Piz Boè. Ed anche nel primo tratto in discesa sono stato particolarmente veloce, poi la stanchezza ha iniziato a farsi sentire ed ho cercato di amministrare il vantaggio. Vincere a Canazei è fantastico, perché è una gara top, in un ambiente strepitoso e con un tifo da stadio».
Ionut Zinca: «La discesa della Val Lasties mi esalta, mi piace molto ed anche quest’anno mi ha permesso di costruire un grande recupero. Purtroppo, però, soffro l’ascesa fino al Piz Boè, è decisamente dura per le mie caratteristiche. Ero reduce da due gare impegnative affrontate la scorsa settimana, una di Coppa del Mondo e l’Europeo di corsa in montagna, quindi le energie erano ridotte al lumicino. Una volta arrivato in cima, come sempre, ho giocato la mie carte migliori gettandomi senza paura verso Canazei. Ho recuperato sugli avversari e nel finale ho raggiunto pure Pivk, che ho superato al traguardo. Qualcuno mi chiede se con due chilometri in più di percorso sarei riuscito a raggiungere Kilian… Impossibile, lui è un fuoriclasse».
Tadei Pivk: «Ho confermato il terzo posto dello scorso anno e sono molto soddisfatto. Stamattina avevo buone sensazioni in partenza e fino alla forcella ho realizzato un buon tempo, transitando sesto e riuscendo a recuperare un’altra posizione al Piz Boè. Poi in discesa vado forte ed ho superato Egea Caceres, Sevennec e Schneider, ma sapevo che per la seconda posizione avrei dovuto guardarmi le spalle da Ionut Zinca, che è arrivato come un razzo. È più forte e allo sprint mi ha battuto. Ma va bene così, un podio in Coppa del Mondo per me è un risultato fantastico».
Laura Orguè i Vila: «Le mie gare sono le vertical, ma ho voluto mettermi alla prova anche nella Dolomites con curiosità, per vedere dove potevo arrivare. Non mi aspettavo di vincere, sono felicissima. Sapevo che avrei dovuto sparare il tutto per tutto il salita e così ho fatto. Nel primo tratto ero assieme alla Confortola, che stava tenendo un eccellente ritmo, poi sulla salita di Forcella Pordoi sono riuscita a staccarla, ed ho proseguito accelerando ancora, perché la discesa non è il mio forte. Fortunatamente ero riuscita ad accumulare un vantaggio importante, che ho gestito tranquillamente. Record sfiorato? Non ci ho minimamente pensato, l’importante era vincere. Per il primato ci proverò l’anno prossimo. Mi ha fatto molto piacere il commento di Emelie via twitter, un bel complimento sentirsi dire che vorrebbe correre come me in salita».
Emelie Forsberg: «Sono arrivata in Val di Fassa un po’ stanca, dopo aver affrontato una gara di 10 ore la scorsa settimana, e in salita non sono riuscita ad esprimermi sui miei livelli. Ho recuperato bene nella seconda parte e sono soddisfatta per il risultato e per il fatto che il mio record non si stato battuto, nonostante la grande prova di Laura. Spero di essere più fresca il prossimo anno, per ritoccarlo. Sul Piz Boè avevo un vantaggio di 7 minuti e in discesa ho dato il tutto per tutto, recuperando qualche posizione, anche se le gambe non giravano come avrei voluto».
Maite Maiora: «Nella notte sono stata male ed ero indecisa se gareggiare. Poi al risveglio mi sentivo meglio e il fatto di conoscere bene il tracciato, visto che si trattava della mia quarta partecipazione, mi ha fatto decidere di presentarmi allo start. Come negli anni scorsi in salita sono transitata dietro alle prime cinque, perché davanti ci sono delle esperte della verticalità. Dopo il Boè è arrivato il mio terreno preferito ed ho iniziato a recuperare un bel po’ di posizioni, poi mi è venuta voglia di agguantare il podio, dopo il quarto posto dello scorso anno, e così ho dato il tutto per tutto, riuscendo nell’intento. Sono felicissima».
Diego Salvador (presidente Comitato Organizzatore): «Giornata fantastica, con un record di iscritti, meteo ottimale e grande lavoro da parte degli oltre 230 volontari, che hanno consentito alla Dolomites Skyrace di diventare un evento così importante e di assoluto livello. Con il mio staff siamo davvero soddisfatti di come sia andata questa edizione e di come la nostra manifestazione stia crescendo di anno in anno, merito delle nostre montagne strepitose, ma anche della macchina organizzativa».
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