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Face to Face con lo specialista del vertical italiano. Estate e inverno il fisioterapista trentino ama mettersi alla prova sfidando alcuni dei migliori interpreti mondiali della specialità…
Quando le pendenze iniziano a farsi sentire è lì che entrano in gioco oltre alle gambe, la testa il cuore e la passione. Nonostante il secondo posto conquistato nella scorsa stagione nella Vertical Ws, Marco non si ritiene soddisfatto al 100% e siamo certi che nel 2014 cercherà di tenere testa a uno straripante Zemmer, e ad un’arrembante Marco Moletto. Molto interessanti le valutazioni verso “le nuove leve ” di questa disciplina. Ne vedremo delle belle nelle prossime stagioni. Buona lettura!!!
QUANDO LE PENDENZE INIZIANO A SALIRE MARCO FACCHINELLI INIZIA A SENTIRSI A PROPRIO AGIO. DA DOVE ARRIVA QUESTA PASSIONE PER IL VERTICAL?
Da giovane correvo su pista strada e cross e per tale motivo il mio primo approccio con la salita è stata la corsa in montagna classica. Ho scoperto il mondo verticale quando, non potendo più correre seriamente per delle tendiniti ricorrenti, ho riscoperto la montagna . Con gli sci d ‘alpinismo e la corsa con i bastoncini ho iniziato a divertirmi , cercando linee più dirette per arrivare sulle cime, magari la mattina presto per godere la bellezza dell’alba o tardi con la luce del tramonto. E qui ci tengo a ringraziare il mio amico Ruggiero col quale abbiamo condiviso tanti di questi bei “allenamenti” ed è grazie a lui se mi sono buttato e riscoperto in questo fantastico sport del vertical .
UNA STAGIONE 2013 MOLTO POSITIVA. UN SECONDO POSTO IN COPPA DEL MONDO IN UN PODIO TOTALMENTE ITALIANO. SEI SODDISFATTO?
A dire il vero non la trovo così positiva. Molti obiettivi che mi ero prefissato non sono stati raggiunti. Il primo obiettivo era quello dell’ Elbrus, salire la mia cima più alta e farlo in velocità, anche se non mi aspettavo di poter vincere . Purtroppo però nel mese di luglio causa un ostico mal di schiena ho dovuto alzar bandiera bianca, mancando ad Europei di Canazei e alla Chiavenna- Lagunc.
Il secondo posto della WS non è di certo da buttare, ma il mio obiettivo era quello di battagliare fino all ‘ ultimo con i big, cosa che non ho potuto fare a Limone nella finale della WS, ma grande soddisfazione per aver riempito il podio in tre italiani e tutti e tre del team LaSportiva
CON CHI TRA MARCO MOLETTO E URBAN ZEMMER PREFERISCI “BATTAGLIARE” SULLE RIPIDE SALITE?
Senza nulla togliere a Marco, cresciuto davvero tanto in queste stagioni, penso che, battagliare con chi ha vinto davvero tanto, e continua a farlo come Urban Zemmer, sia davvero entusiasmante… ci ho provato delle volte ad andargli via (vedi trentapassi vertical) , ma se Urban è in forma non c è scampo!
VUOI SEGNALARCI QUALCHE GIOVANE ATLETA CHE NEI PROSSIMI ANNI ESPLODERA’ NEL VERTICAL SERIES?
Beh il movimento sta crescendo sempre più e se ti addormenti in gara non ti passano via una o due persone, ma una flotta, sintomo che il livello è alto con sempre più persone vicine. Se devo pensare a degli atleti che possono dire la loro mi vien da pensare ad atleti italiani. Sono stato impressionato da Magnini in qualche prova del La Sportiva vertical Trophy; sarà da vedere quanto si dedicherà a questa disciplina; poi altri giovani forti il Mago (Nadir), Federico Nicolini, e non da ultimo, ma con qualche anno in più Nicola Pedergnana, cresciuto davvero tanto e che secondo me potrà prendersi delle belle soddisfazioni.
OBIETTIVI PER LA STAGIONE ESTIVA 2014?
Penso di correre nuovamente le prove della World Series e poi del campionato italiano, e poi qualche vertical di spessore, ad esempio Fully, e magari qualche altra gara nuova mai fatta, solo con lo scopo di vedere ambienti nuovi….. e poi a dire il vero non mi dispiacerebbe provare qualcosa di piu lungo..
SEI ANCHE MOLTO “ATTIVO” NELLE SKIMO-VERTICAL. IN QUALI GARE TI VEDREMO ALL’OPERA?
Sicuramente nelle gare locali, siano esse vertical o gare di salita e discesa in ambiente, che a dire il vero pur non essendo un gran discesista mi divertono molto di più.
Non faccio programmi a lunga scadenza, guardo un po’ il programma e decido quasi all’ultimo dove gareggiare. L unico punto fisso per ora è la vertical Up sulla Streif a Kitzbuhel dello scorso fine settimana
APPROFITTIAMO ANCHE DELLA TUA PROFESSIONE DI FISIOTERAPISTA PER FARCI DARE QUALCHE DRITTA. COME POSSIAMO GESTIRE IL RECUPERO E PRESERVARE AL MEGLIO LE NOSTRE ARTICOLAZIONI?
Secondo me il tutto deve passare da un attenta programmazione, che non necessariamente deve essere guidata da preparatori che ti dicano oggi fai questo domani fai quest’altro, ma dal rispetto delle proprie sensazioni, e questo non è facile, ma bisogna riuscire ad ascoltarsi e saper quando è il momento di recuperare o cambiare metodo di allenamento: trovo che la cosa più semplice da mettere in atto sia il cambio di disciplina innanzitutto, quindi alternare ad esempio corsa con bici, o con camminate con bastoni (per quanto mi riguarda), poi discostarsi dalla credenza che allenamento = quantità, ma cambiare la tipologia di allenamenti per non sovraccaricare sempre allo stesso modo le articolazioni ed avere muscoli più “brillanti”.
COME TI TROVI NEL TEAM LA SPORTIVA?
È davvero un grande team, una grande famiglia con un unico comun denominatore che è la passione per la montagna, sia estate che inverno. Siamo un bel gruppo divisi a grandi linee per specialità , che Macha tiene sempre sotto controllo direttamente, cercando di ascoltarci e rispondere alle nostre esigenze, assieme negli ultimi mesi anche ad Alessandro Tedoldi. Quindi riassumo solo dicendo che qui ho trovato passione e competenza.
Però devo sottolineare che il mio tesseramento sia per lo skyrunning che FISI è con i Bogn da Nia , squadra del presidente Ennio Dantone, che devo ringraziare davvero tanto per quanto ha fatto in questi anni e mi ha aiutato e dato l’opportunità di fare nuove esperienze.
MARCO FACCHINELLI E LA MONTAGNA….
La montagna è quello che mi circonda, è dove sono nato e dove tutt’ ora abito… è colei che mi aiuta a rilassarmi, che quando voglio ricaricare le batterie e resettare la mente ci riesce abilmente… è qualcosa da esplorare continuamente, non c è mai un paesaggio uguale ma è mutevole anche se ti trovi nello stesso punto.. è ciò che ti aiuta ad ascoltarti dentro, a stare solo con te stesso, con le tue emozioni e le tue sensazioni fisiche… è qualcosa di cui non riuscirei a farne senza.