Venerdì sera, la comunità di Faedo, molti sportivi, rappresentanti delle istituzioni locali, vertici sondriesi del Coni e rappresentanti della Fidal si sono dati appuntamento al polifunzionale del piccolo borgo orobico alle porte di Sondrio per festeggiare ancora una volta la campionessa mondiale di corsa in montagna Alice Gaggi. Spente le luci dei riflettori e calato il sipario su una lunghissima stagione podistica, la ventiseienne atleta cresciuta nelle fila del Gs Valgerola e ora in forze al runner Team 99 di Volpiano ha nuovamente emozionato e conquistato i presenti con un sorriso sincero, un’umiltà disarmante e quella spontaneità che le hanno permesso di entrare nel cuore di tutti gli sportivi valtellinesi. Tanto da fare dichiarare ad un innamorato di Sport, quello con la “S” maiuscola, come il morbegnese Pietro Bottà: «Il bello di Alice Gaggi è che emoziona il pubblico.

Lei è un patrimonio della nostra provincia come Arianna Fontana e come, prima di loro, lo fu Deborah Compagnoni». Tornando alla serata di Faedo, i presenti hanno potuto rivivere le tappe più belle di questo 2013 corso a ritmi forsennati grazie a un video e una raccolta di scatti montati ad hoc per l’occasione da un grande conoscitore del podismo sondriese come Sergio Rocca. Immagini spettacolari, che sono poi state riprese e commentate da Alice Gaggi con il supporto di chi da diversi anni la segue e la supporta giornalmente, coach Gianni Fransci: «La stagione di Alice è stata ricca di soddisfazioni, ma ha avuto anche dei momenti delicati dovuti a suoi cali fisici e, in parte, a miei errori di valutazione – ha commentato quest’ultimo -. Momenti che poi sono stati cancellati o messi in ombra da ottimi piazzamenti e da un oro iridato che l’ha ripagata degli sforzi e dei sacrifici sostenuti». Già quell’oro, quel successo che ha trasformato un’atleta di belle speranze nella numero uno al mondo: «Molte volte ci ripenso e rivivo mentalmente quella gara – ha continuato Alice Gaggi -. Rivivo soprattutto le fasi finali, quando mi sono ritrovata davanti e mi sono detta qui “o la va o la spacca”… Fortunatamente è andata e ho realizzato il sogno che nel proprio cuore coltiva ogni atleta, quel sogno che coltivavo sin da bambina».

Ma un successo così, si sa, non arriva per caso: «Nulla arriva per caso. La corsa e lo sport in generale forse proprio questo riescono ad insegnarti. Ti insegnano a inseguire i sogni, ti insegnano che se semini bene, poi raccogli. Ti insegnano a  porti degli obiettivi e a provare a raggiungerli. Ad inizio stagione, quando sbagliai la gara di selezione per gli europei, dentro di me è come scattata una molla. Volevo rientrare in nazionale e mi sono impegnata a fondo per  riuscirci. Ecco, questo vorrei dire ai ragazzini che iniziano a correre: inseguite i vostri sogni e date il massimo per provare a realizzarli. Non sempre ci si riesce, ma la cosa importante non è vincere… la cosa importante è tagliare il traguardo con la consapevolezza di avere dato il massimo». 

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