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Grande storicità e spirito internazionale: il perfetto mix tra passato e futuro trasforma l'edizione numero 33 in una festa dello sci di fondo
Grande successo di pubblico e partecipazione a Livigno, per l’edizione numero 33 della BWT Sgambeda, che ha regalato emozioni dall’inizio alla fine, rendendo indimenticabile quest’ultima domenica prima delle festività natalizie. Numeri eccellenti e in crescita rispetto all’anno passato, con iscritti provenienti da ogni parte d’Europa e in rappresentanza di oltre 100 team, a testimonianza del fascino esercitato dalla storicità di questa manifestazione e del profondo processo di internazionalizzazione, che caratterizza da tempo gli eventi organizzati sul territorio livignasco.
Francia, Norvegia, Spagna, Finlandia, Repubblica Ceca, Polonia, Austria e Svizzera sono soltanto alcune delle nazionalità rappresentate dai pettorali di quest’anno, per una vera e propria festa dello sci di fondo, capace, grazie al suo forte radicamento nel tessuto sociale, alla lunga tradizione e alla qualità tecnica del percorso, di riunire nello stesso orizzonte professionisti della disciplina, amatori provenienti da ogni latitudine e una folta rappresentanza di atleti locali.
Tra gli uomini, con il tempo di 01:06:06, a vincere è stato il francese Gerard Agnellet, pettorale numero 204, che ha spezzato le resistenze dell’azzurro Paolo Fanton, sfortunato protagonista della rottura di un bastone, proprio nel momento clou. Emozionante, comunque, la sfida tra i due, capaci di staccare gli altri componenti del gruppetto di testa. Completa il podio Daniele Serra, primo tra gli inseguitori, mentre il migliore degli atleti livignaschi è, alla fine, Saverio Zini.
Tra le donne, trionfo della polacca Justyna Kowalczyk, profonda conoscitrice del percorso e habitué del gradino più alto del podio. Con il crono di 01:14:12 ha sbriciolato la concorrenza, bissando la vittoria dello scorso anno, e confermandosi atleta di altissimo livello, come certificato anche dai 5 podi olimpici raccolti in carriera. Con lei, sul podio finale, la francese Emilie Bulle e la tedesca Sigrid Mutscheller, staccate rispettivamente di un minuto e 14, e di oltre due minuti e mezzo.