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ANTEPRIMA DOCUFILM SULLA VIA DEL DET – VALMADRERA (LC)

Sottotitolo: 
Non perdetevi la serata con il "Team Bollicine" dei Ragni di Lecco...

Redazione
16/5/2012
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Ci sono miti senza tempo, il Det, e le sue vie, fanno parte di questa categoria. A Valmadrera la proiezione in anteprima del docufilm sulla 1ª in libera di Matteo Piccardi & Luca Passini....

 

Per trovare degli ingaggi "degni di nota" non serve allestire spedizioni faraoniche. Se hai la fortuna di vivere a due passi dalle Grigne, basta alzare gli occhi al cielo per identificare la tua prossima sfida. Se poi tale sfida si chiama "Via del Det", con tutto l'alone di fascino che nel corso degli anni questa ascesa si è guadagnata.... voilà il gioco è fatto!! In attesa di vedere l'anteprima dl docufilm che verrà trasmesso giovedì 17 maggio alle 21 presso la sede Autotorino di Valmadrera... eccovi il racconto scritto a 4 mani da  Matteo Piccardi & Luca Passini....

 

Sono passati 13 anni dall’ultima volta che ho fatto una via lunga in montagna e guardacaso anche quella volta fu proprio al Sasso Cavallo. Di quel giorno ho vaghi ricordi ma l’immagine di quella logica linea di chiodi, alcuni arrugginiti dal tempo, mi è sempre restata impressa. Ricordo che mentre recuperavo il socio, su uno degli ultimi tiri di IBIS, mi divertivo a cercare di capire dove andasse poi a finire quella via di cui ai tempi, non conoscevo nemmeno il nome. Da allora quante volte mi sono ritrovato col parlare della VIA DEL DET ? Della possibilità di poterla salire in arrampicata libera, della chiodatura precaria, degli strapiombi, della roccia talvolta non proprio solida? Con altri si cercava di dare un’immagine concreta a un qualcosa che rimaneva avvolto da un’alone di mistero; si cercavano di incastrare, come in un puzzle, le informazioni più disparate, gli aneddoti più strani, il “sentito dire” e ogni volta si finiva con più incognite e dubbi di prima. Pur avendo cercato spesso in questi anni qualcuno che fosse interessato a questa intrigante avventura, e benchè fosse desiderata da tanti, non sono mai riuscito a mettere insieme niente di concreto. Ho conosciuto Matteo Piccardi (il pota) quest’estate a un matrimonio, quel giorno a conferma di come le piccole cose possono cambiare il corso degli eventi e di quanto a volte il destino sia proprio “crudele”, abbiamo inconsapevolmente dato vita a quello che lui avrebbe successivamente battezzato “TEAM BOLLICINE”.

 

Non a caso, tempo dopo, ci siamo ritrovati per fare delle foto e solo lì abbiamo scalato per la prima volta insieme. Durante il viaggio di ritorno, parlando del più e del meno, mi disse: “ Ho saputo che ti piacerebbe provare la VIA DEL DET al Cavallo, se vuoi possiamo andare insieme...”. Ero sempre stato io a proporre la cosa, adesso che mi si presentava l’occasione, come avrei potuto dire di no! Quando poi, a distanza di giorni, mi telefonò per dirmi che aveva già portato del materiale alla base della via, e che se avessi voluto nel week-end saremmo potuti andare in parete due giorni per iniziare a provarla, capii di aver trovato la persona giusta per condividere quella che si sarebbe poi rivelata una grande avventura verticale e umana. All’inizio ci interessava iniziare il lavoro di sistemazione della via lasciando traccia del nostro passaggio, prima che altri potessero infrangere il nostro sogno e prima della stagione invernale, che ci avrebbe obbligatoriamente fermati.

 

A volte però può capitare che le emozioni prendano il sopravvento, e così ci si ritrova travolti da un’ineluttabile destino, come protagonisti di una storia già scritta, dove ogni problema ha già una soluzione. Siamo saliti in parete 5 volte nel giro di pochi giorni, galvanizzati dalla salita e dalla magia della VIA DEL DET. In alcuni tratti è stato difficile persino capire dove salisse la via, a volte il lavoro sembrava avanzare in modo lento, ma inesorabilmente dietro di noi prendeva forma una linea stupenda da scalare in libera. Pur mantenendo una chiodatura tradizionale, quindi senza l’aggiunta di spit, abbiamo sistemato al meglio le soste e i punti di protezione lungo i tiri, ripulendo poi la roccia, in brevi tratti instabile, anche da un po’ di vegetazione alla ricerca degli appigli migliori. L’obbiettivo era quello di salire entrambi questa mitica linea in arrampicata libera.

Il giorno prescelto per il “tentativo buono” ci vede operativi in parete alle prime luci dell’alba, la temperatura è ideale per scalare, a metà Ottobre siamo a 1500 mt. in maglietta! Solo metà via è “sistemata” e conosciuta, sappiamo che sopra al punto più alto finora raggiunto ci attende ancora un tiro di artificiale in forte strapiombo, ma la determinazione di cui siamo pervasi non lascia spazio a dubbi e paure, così come due “buon vecchi” climber saliamo velocissimi e senza intoppi tutti i tiri fino al punto massimo raggiunto in precedenza. Dopo una breve pausa, un facile ma esposto traverso su gocce taglienti, ci conduce sotto al terzo ed ultimo strapiombo. Iniziamo a provare il tiro non senza incognite e timori, cercando di scovare quegli appigli e appoggi che a volte sembrano non esserci, necessari per passare in libera anche quest’ultimo tratto, probabilmente il più difficile. Trovate le sequenze e sistemata la chiodatura, sappiamo di avere un solo tentativo a testa. Il tempo è corso inesorabilmente più avanti di quanto immaginassimo, la sera incalza, non possiamo sbagliare se vogliamo arrivare in cima prima del buio e se vogliamo che il nostro sogno prenda finalmente forma. Supportandoci vicendevolmente, con una determinazione robotica, ripercorriamo quell’infinita successione di movimenti senza esitazione, con una precisione quasi maniacale. Spettatori di noi stessi infiliamo la giusta sequenza che ci porta alla sosta sopra il grande tetto, ora, appesi come due “ragni” su questo scudo calcareo, l'euforia e la gioia sono alle stelle! Ci aspettano anora 4/5 tiri, non difficili sulla carta, ma da ricercare visto che in questo tratto la via si fa tortuosa sfruttando i punti deboli fin sulla grande cengia.
Quando usciamo sul prato sommitale, il sole è già tramontato. Non facciamo altro che dividerci sommariamente il materiale, infilarci le nostre luci frontali e imboccare il sentiero di discesa. Di questa giornata resteranno tanti ricordi, ma resterà soprattutto impresso nelle nostre menti, quanto sia stato bello condividere e realizzare quello che per noi era un grande sogno.