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PETER FILL: VANCOUVER ARRIVO!

Maurizio Torri
10/2/2010

OLIMPIADI INVERNALI 2010:

Abbiamo incontrato Peter Fill alla vigilia della partenza per i Giochi Olimpici di Vancouver . Nelle sue parole la fatica del recupero dopo il dolore, e la gioia per una forma ritrovata

Romentino (NO) Con la medaglia d’argento al collo conquistata ai Mondiali di Val d’Isère, l’azzurro Peter Fill era considerato da tutti come uno dei pretendenti al podio a cinque cerchi di Vancouver, ma l’incidente del 23 agosto in Argentina ha spento ogni speranza olimpica. Ma il ragazzo di Castelrotto non si è perso d’animo e, dopo un naturale momento di delusione, ha intrapreso il duro percorso del recupero fino a quando un bel giorno di metà gennaio decise di fare un giro a Wengen.
Ma è lui stesso che si racconta in questa intervista alla vigilia del volo per Vancouver.

Ciao Peter. Facciamo il punto sulla tua stagione, in prospettiva delle ormai prossime Olimpiadi di Vancouver. Questa stagione era per te carica di aspettative perché venivi da un inverno dove hai vinto la tua prima gara in Coppa del Mondo e conquistato la medaglia d'argento in superG ai Mondiali di Val'Isère; purtroppo però non è iniziata nel migliore dei modi con il grave infortunio nel training estivo in Argentina. Come hai vissuto quei momenti?

Sono stati momenti molto difficili. Ero profondamente deluso e rammaricato per quello che mi era accaduto. Dopo l'ottima stagione dove avevo raggiunto importanti traguardi, avevo iniziato a lavorare già ad inizio estate con grande entusiasmo e molto duramente per poter ripetere le prestazioni della stagione passata. Invece, mi è capitato questo grave infortunio a fine estate, appena iniziato il training in pista. Un colpo duro da assorbire, in quei primi giorni ho pensato che la mia stagione fosse già finita.

Gradualmente hai poi iniziato la riabilitazione e poi finalmente hai infilato nuovamente gli sci. Quando invece hai iniziato a capire che potevi farcela a rientrare già in questa stagione?

Durante i primi 2 mesi e mezzo ho investito tutte le mie energie nella riabilitazione, ma non pensavo di poter rientrare in questa stagione. Miglioravo, ma molto lentamente. Per queste ragioni avevo iniziato anche a fare altro, come il commentatore tecnico per alcune gare maschili di Coppa del Mondo o il navigatore al Monza Rally Show. Mi sono accorto che la situazione migliorava quando, terminata la riabilitazione a Milano e proseguita a Selva di Val Gardena presso il centro sportivo dei Carabinieri, ho iniziato a indossare nuovamente gli sci. Avevo fatto grandi passi in avanti ma mi mancava ancora tanta forza e non ero ancora certo di farcela a rientrare.

A dicembre sei rientrato a livello agonistico facendo l'apripista a Bormio per la discesa di Coppa del Mondo e poi per le discipline veloci delle gare di Coppa Europa di Wengen. Che sensazioni hai avuto? Che emozioni hai vissuto in quei momenti dopo i tanti sacrifici fatti e l'incertezza sull'andamento del recupero fisico?

Bormio è stato un momento molto importante e delicato. Avevo ancora tanti dubbi sulla mia tenuta fisica: temevo la velocità, i salti, di farmi male nuovamente. Quando però sono arrivato al traguardo, la mia felicità è stata grande! Ho pensato: «Ho fatto qualcosa di grande! Ora posso veramente pensare di tornare a gareggiare». Se a Bormio il tempo di discesa non era importante, lo era molto di più a Wengen in Coppa Europa dove il cronometro mi ha rivelato quello che volevo sentirmi dire: sei tornato e hai buoni tempi nelle gambe!

Poi subito la discesa di Coppa del Mondo di Wengen. Pista difficile e impegnativa dove in prova hai ottenuto un 5° e un 3° tempo che ha sorpreso tutti. Ti aspettavi di essere così veloce? Sei rimasto a tua volta sorpreso?

Wengen è stato un vero banco di prova. Discesa lunghissima, impegnativa sia fisicamente che mentalmente. In prova, come in gara, ho dato tutto. Le buone prestazioni in prova mi hanno fatto capire quanto potevo essere competitivo poi in gara. Pensare al podio non era più un azzardo, anche se sarebbe stato un'impresa per niente facile.

In gara ti sei poi confermato agli stessi livelli con un 8° posto conquistato scendendo con il numero 25 in un momento in cui la visibilità non era più ottimale. Ritieni che, in prospettiva Olimpiadi, sia un risultato che può far ben sperare i tuoi fans?

E' stato un ottimo risultato. Sono sceso in un momento in cui la visibilità non era delle migliori e con un numero alto che non mi ha di certo avvantaggiato. Sono molto felice della mia prestazione e mi ha infuso ulteriore energia e voglia di far bene in vista delle Olimpiadi.

L'ottavo posto ti ha garantito la qualificazione per Vancouver che saranno le tue seconde Olimpiadi dopo Torino 2006. In quali discipline ti vedremmo gareggiare, oltre che in discesa?

Sicuramente parteciperò alla discesa (sabato 13.02.2010). In base alle mie condizioni fisiche e a come recupererò le energie dopo la gara di discesa, deciderò se gareggiare in combinata (martedì 16.02.2010) e in superG (venerdì 19.02.2010). La mia speranza è di partecipare a tutte e 3 le gare, ma non voglio forzare e rischiare proprio ora che le cose stanno andando per il meglio.

Come trascorrerai questi ultimi giorni prima delle tue gare olimpiche? Qual'è il programma atletico di avvicinamento ai Giochi Olimpici?

In questi giorni che precedono le gare cercherò di trovare il giusto feeling con la neve e di arrivare il giorno della discesa riposato e tranquillo. Certamente non mi allenerò sulla forza e sulla resistenza, sarebbe un errore voler recuperare in questi giorni tutta la preparazione fisica che per forza di cose ho dovuto saltare.

A febbraio hai vinto la medaglia d'argento ai Mondiali di Val d'Isére, che aspettative hai per queste Olimpiadi? Che sensazioni?

Alle Olimpiadi, rispetto che ai Mondiali, arrivo senza pressione. Nessuno si aspetta da me il grande risultato. Cercherò di dare tutto me stesso per fare il meglio possibile e mi godrò un'Olimpiade che, solo qualche mese fa, potevo solamente sognare.

Nelle discipline a cui parteciperai, chi credi siano i favoriti?

In discesa credo che il podio se lo contenderanno Walchhofer, Cuche e Osborne-Paradis; in superG, invece, Svindal, Raich e il solito Cuche.

A Val d'Isère sei stata l'unica medaglia tra gli uomini, credi che le cose potranno andar meglio a Vancouver?

Mondiali e Olimpiadi sono gare particolari, non basta essere in forma per andare sul podio, ci vuole anche un pizzico di fortuna. La squadra maschile è forte e può vantare ottimi elementi, con un po' di buona sorte e se ci crediamo fortemente, possiamo toglierci delle grandi soddisfazioni.