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Dopo due secondi posti consecutivi, finalmente per Tiaan Erwee è giunto il momento di salire sul gradino più alto del podio del TOR450 – Tor des Glaciers. Un lunghissimo giro in solitaria, cominciato da Courmayeur alle 20 di venerdì 6 settembre, per farvi ritorno alle 22.09 di mercoledì dopo 122h09’41”.
L’atleta del Bailato di Guernsey, originario del Sudafrica, ha compiuto un viaggio solo con se stesso forte dell’esperienza accumulata negli anni, distanziando gli altri fin da subito, ma dovendo fare i conti anche con un’infezione ai polmoni: “Da Cogne in poi, quando ha piovuto tutta la notte, ho avuto dei problemi e ho dovuto gestirli”, spiega Erwee. “È ststa l’edizione più difficile delle tre a cui ho preso parte, le condizioni meteorologiche hanno messo tutti a dura prova: sole, gelo, pioggia, neve. Abbiamo trovato letteralmente tutte le quattro stagioni”. Non c’è stato il confronto con Sébastien Raichon, detentore del record: “Mi sarebbe piaciuto vedere Sébastien sulla linea di partenza. Si è congratulato con me, ma spero di poter confrontarmi ancora con lui, magari vedere i suoi talloni per un po’”, conclude scherzando Erwee. Dietro, lontanissimi, ci sono Volker Fohrmeister, secondo in 138h32'15", e Alessandro Roncato, terzo in 143h03'01".
Sono state per una settimana intera sulle remote Alte Vie 3 e 4 della Valle d’Aosta, lontane da tutto e tutti, cercando di orientarsi solo con l’uso dei GPS e della segnaletica, attraversando le quattro stagioni: hanno incontrato sul loro percorso pioggia, neve, vento, gelo, ma anche il sole. Partite nella serata di venerdì 6 settembre da Courmayeur, le prime – irriducibili – donne del TOR450 – Tor des Glaciers sono tornate sotto l’arco del Jardin de l’Ange esattamente sette giorni dopo. C’è chi lo ha fatto con uno sprint, nonostante i 450 chilometri e 32.000 metri di dislivello nelle gambe: è Sarah Hansel, che a sorpresa ha vinto la gara in 157h32’18”, facendo registrare il secondo tempo femminile di sempre.
Pur nella “lentezza” che caratterizza la gara, in questi sette giorni la classifica femminile ha subito un’infinità di cambiamenti. La statunitense non è sembrata mai in lotta per il primo posto, occupato prima da Katja Fink e poi da Marina Plavan che, dopo tre secondi posti, era finalmente vicina a coronare il suo sogno. All’Hotel Italia al Colle del Gran San Bernardo, però, Hansel ha recuperato e superato una stanca Plavan, fermatasi a riposare. “Mi sono sentita in colpa ad aver superato Marina”, ammette con umiltà Sarah Hansel. “A differenza degli altri Tor des Glaciers che ho fatto, quest’anno non ho avuto infortuni, ma il meteo ha reso tutto molto difficile, soprattutto l’ultimo giorno al Mont Gelé e al Malatrà”.
Per Marina Plavan è arrivato l’ennesimo secondo posto, ma neanche lei ha mollato e, anzi, ha voluto accelerare per arrivare prima delle 160 ore: il suo tempo finale è infatti stato di 159h58’59”. Sul terzo gradino del podio sale Katja Fink, al traguardo dopo 164h28'00, mentre è ancora sul percorso Erika Flavelle, ultima donna ancora in gara.