XTERRA WORLD CHAMPIONSHIP 2023
Sottotitolo: Vietato mollare, vietato arrendersi....
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La finale mondiale del circuito di cross triathlon racconta anche le storie di chi, con il potere della perseveranza, ha dimostrato che non ci sono limiti, solo freni...
Conquistare un posto all’XTERRA World Championship, uno degli eventi sportivi più duri al mondo, è il sogno di ogni atleta di cross triathlon. Ma per qualcuno non è solo la conclusione di un lungo percorso fatto di allenamenti e fatica. “Live more” è il motto della comunità XTERRA e per alcuni degli 800 atleti in gara provenienti da tutto il mondo ha un valore aggiunto. Per loro sarà l’emozionante finale di una storia che parla di rinascita, di coraggio, di resilienza. Sulle rive del lago di Molveno il prossimo 23 settembre saranno tanti gli uomini e donne che “ce l’hanno fatta”, a conquistare quel pettorale e a dimostrare che, spesso, i limiti sono solo mentali.
Stefano Ruaro è un imprenditore vicentino di 58 anni, padre e marito, atleta da sempre. Anche quando, in piena pandemia, ha ricevuto la diagnosi che gli ha cambiato la vita. Oggi è il primo italiano affetto dal morbo di Parkinson a completare un Ironman. Quella di Stefano è la storia di una sfida personale vinta grazie a una incredibile forza di volontà e a un grande lavoro di squadra con i suoi preparatori, amici, familiari e allenatori. Tutto è partito da un incontro: «la fortuna ha voluto che, anche grazie ad una persona malata di Parkinson come me, sono riuscito a trovare la forza di reagire e ho fondato IndomiTri, un gruppo inclusivo che si prefigge di aiutare attraverso lo sport tutte quelle persone che stanno soffrendo a causa di svariate difficoltà, fisiche soprattutto». All’XTERRA World Championship arriva dopo aver conquistato una splendida slot nella tappa di Scanno, considerata una delle più dure del circuito europeo. Un successo che è l’ennesima conferma, se ce ne fosse bisogno, che i limiti fisici si superano con la testa ancor prima che con l’allenamento. «XTERRA è una sfida particolare. Un'ulteriore sfida contro la mia malattia perché mette a prova il mio senso dell'equilibrio, che in qualche modo la malattia sta minando. Girare su sterrato non è semplice, ma mi trovo abbastanza a mio agio. Sono i Campionati del mondo e in più, come ulteriore motivo di soddisfazione, c'è il fatto che a questa stessa gara parteciperà anche mio figlio Pietro, che si è qualificato!».