INTERVISTA A SILVIA RAMPAZZO
Sottotitolo: Più in là e più in su... Con Suunto
- letto 4061 volte
Quando è scattata la passione per la corsa e, in particolare, per quella in montagna?
“Ho sempre amato la montagna, e diciamo la camminata veloce in quota, per riuscire a spingermi ‘più in là e più in su’. Ho scoperto l’esistenza della corsa sui sentieri nell’inverno a cavallo tra il 2010 e il 2011, per farla mia come disciplina sportiva con un po’ di continuità solo a partire dal 2013-2014”.
Nella tua carriera sportiva hai raggiunto un altissimo livello, vincendo tante gare senza essere una professionista, come riesci a conciliare vita “normale” con il lavoro e la famiglia con l’allenamento e le gare? Qual è il tuo segreto?
“Sono consapevole che il mio livello e i miei risultati siano molto relativi, il ‘vero alto livello’ è assolutamente un altro, ma confesso un po’ di orgoglio personale per aver raggiunto i miei risultati da non professionista, appunto, lavorando a tempo pieno e inserendo gli allenamenti e le gare in tutto il resto. Solitamente lascio casa in direzione lavoro poco dopo le sette del mattino, per rientrare sulle 18-19, cambiarmi e uscire a correre, in pianura, nelle strade attorno a casa. Questo accade nella norma, quando non ci sono di mezzo le trasferte di lavoro, che complicano un po’ tutto e scombinano questo equilibrio. Non mi alleno molto, ma praticamente tutti i giorni. Il più delle volte non mi pesa correre, mi pesa solo non avere mai una finestra per altro, perché dopo la giornata lavorativa, la corsa e una cena veloce… le energie sono più che esaurite. In realtà non sono assolutamente abile a conciliare tutto; al volte cerco di fondere, per quanto possibile, gli appuntamenti della giornata, come telefonate ed e-mail nel tragitto casa/lavoro o una visita ai miei genitori raggiungendoli di corsa durante l’allenamento serale. Le mie ferie e i fine settimana sono invece quasi interamente investiti in allenamenti, gare e viaggi di avvicinamento. Inutile dire che sono una pessima “donna di casa” e che da me è sempre abbastanza un disastro: non me ne curo poi molto. Non ci sono segreti purtroppo, sto trascurando tantissime cose, ma soprattutto le persone; avere poco tempo da dedicare ai miei amici e agli affetti in generale è forse il più grande o unico rammarico”.
Ti capita di pensare mentre gareggi? Se sì dove ti porta il tuo pensiero?
“Penso molto durante gli allenamenti e mi capita a volte anche nelle gare lunghe, quando sono sola e il percorso non richiede troppa concentrazione. Mi capita addirittura di credere di aver parlato ad alta voce, da quanto i pensieri avanzano concreti e ‘rumorosi. I miei pensieri sono il più delle volte un volo di fantasia, ogni tanto però la corsa diventa momento di bilanci e decisioni”.
Qual è la gara o l’esperienza sportiva che a oggi ti è rimasta nel cuore?
“Non ricordo gara che non mi abbia lasciato qualcosa di unico e nel proliferare dell’offerta delle manifestazioni, è sempre più difficile scegliere se vedere posti nuovi o provare a ripetere le splendide esperienze vissute. Forse la corsa più emozionante è stata il Giir di Mont 2015, quando a Premaniga mi sono sentita ‘sollevare’ dal pubblico: pelle d’oca ovunque! Per non parlare poi dell’arrivo tra la folla della piazza di Premana!”.
Sei molto ben voluta nell’ambiente e rappresenti un esempio per tanti. Cosa ne pensi di questo “speciale” ruolo?
“Non so dire quanto io sia ben voluta nell’ambiente o quanto sia d'esempio per gli altri… ma penso e spero che si percepisca quanto mi dia gioia correre in natura, in un ambiente che per me è vita”.
Cosa pensa la tua famiglia della disciplina che pratichi?
“I miei hanno in realtà visioni distanti: mia madre ha paura, non comprende la competizione e l’estremismo, infatti, considera le sky e i trail lunghi uno sport estremo, ma è felice che trovi nella bellezza di natura, paesaggi e montagna evasione e gioia. Mio padre cerca di non far trasparire troppo la sua partecipazione, ma di nascosto cerca in internet tutte le informazioni relative le corse che faccio, i commenti, le foto e i risultati. Il mio compagno? …beh mi ha portato lui alla corsa i montagna e questo dice tutto”.
Pratichi altri sport?
“Al momento non ho assolutamente tempo per altro. Anche in passato comunque non ho praticato altri sport con continuità; un po’ di nuoto, ma senza mai sentire l’acqua come il mio elemento, poi un periodo di arrampicata sportiva, che adoravo ma che mi risultava troppo complicata per motivi logistici e di tempo”.
Suunto è il tuo compagno d'avventura in gara. L’orologio Ambit3 Vertical che supporto ti offre?
“Ho sempre avuto la passione per gli orologi sportivi e ho sempre considerato Suunto come il top. Anche se non sono poi così tecnologica o scientifica nella preparazione, amo avere ‘tracciate’ e documentate le mie fatiche. Mi piace vedere le registrazioni a posteriori e in allenamento guardo l’andamento di quota e dislivello accumulato, poi spesso cerco nell’orologio un riscontro alle sensazioni del corpo, per imparare a ‘leggermi’. Durante le gare utilizzo moltissimo la schermata con la traccia altimetrica, più di ogni altra mi aiuta a non ‘bruciarmi’ e dosare gli sforzi per arrivare al traguardo”.