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MAURIZIO FOLINI E SUO FIGLIO MATTEO IN CIMA AL INSLAND PEAK

Sottotitolo: 
L'angelo del cielo di nuovo in Nepal...

Redazione
6/11/2015
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maurizio folini
elicotterista
nepal

Riceviamo e pubblichiamo la mail inviataci dall'elicotterista d'alta quota Maurizio Folini. GUARDA LE FOTO!!

L’angelo del cielo come è stato soprannominato dai nepalesi per i suoi stupefacenti soccorsi in quota è abituato a portare aiuti in volo, anche sulle montagne più alte del pianeta e in particolare fra valli e cime dell’Himalaya. In questa mail che ci ha inviato lo scopriamo nella inusuale veste di alpinista, padre e guida alpina insieme al figlio Matteo sulla vetta dell’Insland Peak. Buona  lettura:

 

«All’aeroporto di Kathmandu abbiamo subito notato la crisi della benzina che attualmente sta creando problemi al Nepal, infatti  i prezzi sono lievitati fino a 8/10 € al litro. Tutto comunque in qualche modo funziona e noi riusciamo il giorno dopo a prendere un aereo per Lukla . Qui incontriamo i nostri Porter:  Khirinda di 18 anni e Ikhris di 46 anni che è anche un ottimo cuoco. Cominciamo il nostro trekking di acclimatamento sino a Nambche Bazaar (3509 metri) dove ci fermiamo due giorno per permettere al nostro corpo di abituarsi alla quota.  Saliamo anche una piccola vetta a 4200 metri di quota il Khumbu ri.

 

Da Nambche Bazaar  proseguiamo con piccole tappe anche perché il tempo è peggiorato e ha nevicato fino a 3500 metri. I lodge dove dormiamo sono abbastanza accoglienti anche se poi la sera fa abbastanza freddo e noi dopo la solita cena a base di minestra di verdure e riso, ci infiliamo  nel nostro sacco letto. Dopo 6 giorni arriviamo al campo base a 5100 metri. Insieme ai nostri Porter montiamo le tende e aspettando sera cerchiamo di bere il più possibile  (ai quelle quote bisogna assumere almeno 4/5 litri di liq8al giorno ). La fame non è  molta ma il nostro cuoco riesce con i semplici mezzi a lui in dotazione a prepararci un buon piatto di spaghetti aglio olio e peperoncino. Stiamo abbastanza bene e alle 17:00 comincia il freddo e cerchiamo di riposare nei caldi sacchi letto.

 

La sveglia è prevista per le 02:30 e partenza alle 03:00. Già verso le ore 01:30 veniamo disturbati  (perché eravamo praticamente già svegli ) dai nostri vicini di tenda in fase di partenza. Infilare gli scarponi e vestirsi è già una gran fatica ma alla fine anche noi riusciamo a metterci in cammino. È una notte fredda ma limpidissima,  subito la quota si fa sentire e noi saliamo lentamente ma con passo continuo. Incontriamo sherpa che accompagnano alcuni loro clienti verso il campo base perché causa mal di montagna non riescono a salire. (Circa il 50% che tenta la vetta non riesce ad arrivare in cima) Sul ghiacciaio raggiungiamo anche i gruppi che erano partiti 2 ore prima di noi .Intanto il sole sta per sorgere e il panorama di montagne che si apre davanti a noi è una cosa indescrivibile , nonostante il freddo e la stanchezza riusciamo a fare qualche scatto.

La vetta è in vista ma la quota è sempre più alta e le gambe non "girano " come siamo abituati sulle nostre montagne. Arrivati al muro finale, attrezzato dagli Sherpa con delle corde fisse, agganciamo  le Jumar (maniglie per la risalita) e saliamo lentamente. Davanti a noi alcuni alpinisti proseguono molto lentamente ma non riusciamo a superarli perché la corda di risalita è solo una.

 

Sulla cresta finale abbastanza esposta c è un intoppo di gente in salita e in discesa. Io e Matteo riusciamo a passare e in breve arriviamo in cima. Fortunatamente non c’è  vento e non fa  molto freddo. Davanti a noi vediamo alcuni dei colossi himalayani come il Cho Yu, Lothse, Nups , Makalu , Amadablam e moltissime altre montagne. Lo spettacolo è  meraviglioso, scattiamo alcune foto e decidiamo di scendere. Arriviamo molto stanchi ma soddisfatti al campo base dive vediamo accolti dai nostri Porter con una tazza di the. Dopo una breve pausa aiutiamo a smontare le tende e scendiamo fino a Dimboche a 4400 metri.

 

Finalmente abbiamo fame e riusciamo a mangiare qualcosa, dormiamo benissimo e il giorno dopo proseguiamo la discesa. È stata una esperienza fantastica non solo a livello alpinistico ma anche per  la gente che abbiamo conosciuto. Il  Nepal è un paese bellissimo con gente povera ma che ci insegna ancora molte cose».

 

Namaste Matteo e Maurizio