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Marco Confortola,alpinista convalescente e... grande oratore

Maurizio Torri
23/1/2009

Continua a grandi passi la ripresa dell'alpinista sondriese: "In primavera potrei già essere al Colle Sud per effettuare dei lavori con il CNR"

Marco Confortola a Traona? Un vero successo. Doveva essere una serata per pochi intimi, quella organizzata mercoledì sera al centro per l’infanzia Rita Tonoli. Invece, tantissimi appassionati di montagna, si sono dati appuntamento alla Piccola Opera per vedere i filmati sul K2 e sentire dal vivo l’alpinista di Valfurva. I posti a sedere erano tutti occupati; molti sono rimasti in piedi ed alcuni pure all’esterno. Ma ne è valsa la pena. Dopo una breve introduzione fatta dalla brillante Annarita - speaker e voce inconfondibile di radio Bellagio -, poi via, una full immersion di montagna durata quasi due ore con un Confortola in forma smagliante. Chi se lo ricordava solo abile alpinista, lo ha scoperto pure frizzante oratore. Tra un video e l’altro, tantissime domande a cui il buon Marco ha saputo rispondere con verve, competenza e simpatia. Da parte della guida alpina di Valfurva, diverse battute, la solita ironia, ma anche precisi messaggi per i giovani: «Essere qui alla Piccola Opera è un onore. Sinceramente non conoscevo questa realtà e sono rimato piacevolmente stupito da quello che fanno con i ragazzini e, soprattutto, l’amore con cui lo fanno – ha esordito -. Da parte mia non posso insegnare nulla che gli educatori già non abbiano detto. A tutti i piccoli presenti posso solo dire di non mollare mai, di fare bene il loro lavoro che è lo studio, di ubbidire e di praticare tanto sport». Già lo sport, che per Confortola è quasi un cavallo di battaglia. «Sono un alpinista, ma soprattutto uno sportivo. Penso che lo sport mi abbia dato molto e mi abbia permesso di arrivare dove sono arrivato. Per questo non mi stancherò mai di consigliarlo ai giovani e di spingerlo a tutti i livelli. Bisogna investire sullo sport. Anche se alcuni politici non lo capiscono, è importantissimo per l formazione dei giovani. Chi fa sport cresce sano, sta lontano dalle strade e pure dalle brutte compagnie». Parlando invece di se stesso, ha continuato: «Sto bene, nonostante il dolore ai piedi mi accompagni da sei mesi come un fedele compagno. So che sarebbe anche potuta andarmi peggio. Invece sono qui ed ho ancora la vita: il bene più prezioso». Lasciatosi alle spalle la brutta esperienza e ormai sulla via della guarigione ha proseguito: «Sono ancora claudicante, la ferita ai piedi non è completamente rimarginata, ma guardo avanti fiducioso. So che non bisognerebbe farlo, ma da un pò tempo a questa parte non ascolto troppo i consigli dei medici. Loro hanno tempistiche di guarigione e tempi di recupero che non sempre sono in sintonia con il mio spirito, Come ogni sportivo ho voglia di bruciare le tappe. L’altra sera sono riuscito a correre una ventina di metri ed ero tropo felice. Se tutto va bene, la prossima primavera sarò al Colle Sud per continuare ad istallare apparecchi scientifici per il CNR».