Rifugio Tagliaferri
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RIFUGIO IN MONTAGNA ESPERIENZA DI QUALITA'

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In un mondo in continua trasformazione anche i rifugi di montagna sono costruzioni che sanno stare al passo con i tempi.

Paolo Valoti
11/4/2012
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Per la sezione bergmasca del Club Alpino Italiano i rifugi alpini  favoriscono la frequentazione, conoscenza e tutela della montagna...

Nati con la finalità di dare ricovero di fortuna e semplice riparo a pochi frequentatori della montagna, nel corso del tempo queste speciali case ‘a fil di cielo’ aperte e tutti gli alpinisti, escursionisti e appassionati, sono state costantemente migliorate nella struttura, funzionalità e significato, pur rimanendo sempre luoghi con proprie peculiarità di accoglienza, ospitalità e sicurezza in montagna.

 

 

Per la Sezione di Bergamo del Club Alpino Italiano, a partire dal 1873 anno della sua fondazione, i rifugi alpini sono stati il primo e fondamentale compito per dotare le Alpi Orobie di una serie di rifugi per favorire la frequentazione, conoscenza e tutela della montagna. Costruiti nel corso dei vari decenni i rifugi, dal primo del 1894, la Ca’ Brunona a quota 2297m, adattata dal rifacimento di una vecchia casa dei minatori, oggi la Sezione CAI di Bergamo può offrire dieci rifugi alpinistici e escursionistici, oltre a baite sociali e bivacchi, che con i loro circa 700 posti letto e oltre 850 posti tavola, può essere definita “la più grande azienda turistica bergamasca di pubblica utilità”.

 

 

Migliaia di escursionisti, alpinisti e semplici turisti sono graditi ospiti ogni anno in queste accoglienti strutture d’alta quota veri e propri presidi culturali, ambientali e educativi, dove nascono incontri, relazioni e amicizie.

 

 

Tra i rifugi della Sezione di Bergamo merita un richiamo particolare il Livrio 3200m, costruito nel 1930 come rifugio sicuro per tutti coloro che si avventuravano nel Ghiacciaio dello Stelvio attraverso le vie costruite dai nostri Alpini durante la prima guerra mondiale, perché ha rappresentato la prima scuola estiva dello sci e che fin dalla sua nascita ha guadagnato il titolo di ‘Università dello sci’ con riconosciuta la sua grande storia di cambiamenti lunga oltre settant’anni di promozione, diffusione e valorizzazione dell’attività sciistica, in ogni sua specializzazione.

 

 

Diversi sono i progetti concepiti e realizzati per rendere più innovativo, funzionale e sicuro il rifugio come luogo caratteristico in quota, tra i quali possiamo citare: progetto ‘Banda larga’ che ha visto portare l’alta tecnologia e moderna connettività ai rifugi Coca, Curò e Albani, grazie alla collaborazione con la Provincia di Bergamo, e installare anche delle webcam in grado di offrire una finestra virtuale sempre aperta sulla montagna; il progetto ‘SOS’, sostenuto dal Rotary Club Bergamo Nord, che ha permesso di installare dentro il locale invernale di ogni rifugio un telefono per la chiamata dedicata al Servizio 118, per emergenza sanitaria, oppure al Soccorso alpino, per ogni altra comunicazione; il progetto ‘Defibrillatori’ che ha consentito l’adozione di defibrillatori semiautomatici per ogni rifugio; installata stazioni di rilevamento meteorologico ai rifugi alpinistici “Antonio Curò” e “Luigi Albani”, con l'Associazione Centro Meteorologico Lombardo.

 

 

La Sezione di Bergamo, nella tradizione di un radicato impegno di solidarietà nelle aree montane e nella convinzione che la montagna rappresenti una significativa possibilità per l’inserimento degli amici disabili nel tessuto dell’intera comunità, ha ideato, sviluppato e realizzato il progetto di riqualificazione del Rifugio alpino “Alpe Corte, un rifugio per tutti senza barriere e senza frontiere”, a Valcanale di Ardesio, gestito direttamene con il volontariato di soci e amici.

 

 

Sul fronte dei servizi rivolti più direttamente a tutti i frequentatori, oltre ai cambiamenti strutturali imposti dalle nuove normative igienico-sanitarie, si è cercato di incontrare alcuni nuovi bisogni degli ospiti per esempio attrezzando i rifugi di una doccia con acqua calda. Un servizio non indispensabile ma certamente richiesto e gradito. Sul versante della cucina e della convivialità sono stati fatti interessati cambiamenti in meglio per offrire il benvenuto e l’ospitalità agli appassionati con il progetto ‘Mangiar tipico’, realizzato fin dal 2005 in collaborazione con l’obiettivo di valorizzare i prodotti tipici e sapori genuini della terra bergamasca. Una iniziativa ha visto crescere di anno in anno la conoscenza del mangiare sano e della tradizione enogastronomica.

 

 

I rifugi sono anche dei laboratori di idee dove proporre a tutti i presenti diverse manifestazioni culturali dalle serate a tema della natura, agli incontri formativi dell’andare in montagna, alle rappresentazioni teatrali di storie e uomini, alle rassegne corali dei rifugi in-cantati. È degno di nota il progetto “Sentieri creativi”, in collaborazione con il Comune di Bergamo per promuovere l’incontro tra la montagna e i giovani artisti, mediante la realizzazione di opere artistiche da installare nei rifugi alpini trasformati in gallerie d’arte in quota.

 

 

Siamo profondamente convinti e consapevoli della forza pratica e della ricchezza simbolica del concetto di rifugio che abbiamo portato le montagne nel ‘Rifugio in città’ del Palamonti, un posto aperto a tutti dove poter fare una gustosa sosta corroborata da lunghi sorsi di amicizia alpina. Questa ricchezza di proposte ci fa cogliere l’evoluzione nella tradizione dei rifugi, ed è un indice anche del cambiamento nella professione appassionata, poliedrica e tenace dei gestori dei nostri rifugi, autentiche sentinelle della montagna e autorevoli ambasciatori delle Alpi. Coniugare tradizione e modernità è una grande sfida da affrontare insieme per sostenere questi insostituibili, irripetibili e sempre originali luoghi-rifugio di montagna, cultura e identità, e non scivolare nell’omologazione degli anonimi non-luoghi, che possono assumere il ruolo di presidio multifunzionale di futuro dove vivere e condividere insieme esperienze di qualità, biodiversità e tipicità per tutti, in particolare per i giovani in montagna.