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TRANS D'HAVET 2015 - VALDAGNO (VI)

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Anteprima griffata Ornati-Boifava....

Redazione
25/7/2015
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Partenza Ultra Trail a mezzanotte, poi il via della Marathon. Ecco da chi guardarsi in gara. Alpstation in festa nell'anteprima  con atleti, supporter e musica...

Non poteva che essere una gran festa quella che è andata in scena  all'Alpstation di Schio per l'anteprima della 4.a Trans d'Havet, gara ben nota nel panorama delle ultra-trail tanto da essere anche nel 2015 terza tappa della Sky Running Series Italy, oltre che gara che assegna punti per il ranking mondiale ISF di categoria.
Lo start della snervante 80 km è stato dato ieri sera, allo scoccare della mezzanotte a Piovene Rocchette (VI), mentre questa mattina, alle 9.00, da località Pian delle Fugazze al confine tra Veneto e Trentino, la luce verde scatterà anche per il secondo percorso, la Marathon di 40 km. Sul primo tracciato ci sono 5.500 mD+ da liquidare in un continuo saliscendi che non lascerà certo il tempo per annoiarsi, mentre scenderà a 2.500 mD+ il dislivello della seconda proposta, più corta, ma non meno impegnativa. Dal via di quest'ultima, infatti, ci sarà subito da affrontare la temibile salita all'Alpe di Campogrosso e quindi al Rifugio Fraccaroli.

Il quartier generale di gara, allestito anche quest'anno presso il PalaLido di Valdagno (VI), si animerà a partire dalle 18.30 di oggi per la consegna pettorali. Alle 21.30 il diretto di gara, Enrico Pollini, convocherà tutti gli atleti per il consueto breafing pre-gara, quindi alle 22.30 si accenderanno i motori degli autobus che porteranno gli atleti sul via di Piovene. La procedura verrà poi replicata domani mattina, con consegna degli ultimi pettorali dalle ore 6.30, imbarco sulle corriere alle 7.30 e via in direzione della starting line di Pian delle Fugazze. Nel frattempo, in Piazza del Comune a Valdagno verrà segnato il rettilineo finale che condurrà i concorrenti fin sotto l'arco del traguardo. Qui, l'arrivo dei primi atleti è previsto attorno alle 10.00 per proseguire fino alla mezzanotte in attesa dell'ultimo finisher.

L'anteprima di ieri sera è stata l'occasione per scorrere la lista degli oltre 500 iscritti a caccia dei possibili uomini e donne che si contenderanno il podio. A ritirare i propri pettorali c'erano il verbanese Giulio Ornati e la padrona di casa Federica Boifava. I pronostici guardano con molto favore ad entrambi. Per Ornati ripresentarsi sul via di questa Trans d'Havet rappresenta una sorta di promessa da onorare, dopo che lo scorso anno la manifestazione era stata bloccata dal maltempo proprio con il giovane del Team Salomon Isostad alla guida della corsa. Due saranno i vicentini che proveranno a tenergli testa, a partire dal portacolori del Terzo Tempo Running Team, Franco Manzardo, e poi Francesco Rigodanza dell'Alpstation Trail Team. A loro si accoderà il varesino Fabio Di Giacomo (Runners Valbossa) che attualmente guida la classifica Ultra maschile della Sky Running Series Italy.
Sempre tra gli uomini, ma spostandosi sulla Marathon, saranno ancora due vicentini a tentare il colpaccio: Mirko Righele (Alpstation Trail Team) e Fabio Pergher (Atletica Serenissima A.S.D.).
Ben diverso risulta il pronostico in campo femminile, dove Federica Boifava (Team Montura), con la grinta che sta dimostrando in questa stagione potrebbe ben presto rompere gli indugi e involarsi come già le abbiamo visto fare in altre gare. A guardarle le spalle ci sarà anche la sorella Alessandra. Occhio poi all'aretina Ita Emanuela Marzotto (Associazione Podistica Il Campino) che potrebbe giocare qualche sorpresa alle due vicentine.
Non resta che attendere gli sviluppi della gara con le prime schermaglie che potrebbero vedersi fin dalle prime salite sui Monti Summano e Novegno e le relative insidiose discese notturne. Raggiunta Bocchetta Campiglia si imbocca la panoramica Strada delle 52 Gallerie fino al Rifugio Papa. Dal Pasubio si scende alla volta di Pian delle Fugazze, dove il tracciato Ultra Trail si allaccerà con quello Marathon divenendo un tutt'uno. A quel punto si torna a salire fino all'Alpe di Campogrosso e quindi, per il muro selettivo del boale dei Fondi, verso la Cima Coppi di giornata del Rifugio Fraccaroli. Qui, una volta bypassata la bocchetta Fondi in molti potrebbero farsi trarre in inganno dalla conformazione del valico, dando l'impressione di essere arrivati allo scollinamento. L'illusione durerà ben poco perché il percorso non accenna ad ammorbidirsi e mostra subito il pietroso pendio che continua ad arrampicarsi fino ai 2.230 m slm del rifugio, da cui si inizierà con le discese, veloci, ma da non sottovalutare con le gambe ben frollate dai chilometri già macinati. Il saliscendi della Catena delle Tre Croci condurranno fino al Rifugio Bertagnoli, confermando la deviazione già predisposta lo scorso anno per superare alcune parti di sentiero franate. La corsa cede quindi il posto agli ultimi chilometri naso all'insù che culminano a Cima Marana, dalla cui sommità si intraprende la lunga discesa che in men che non si dica lancia verso il fondo valle e l'arrivo di Valdagno.

«C'è sempre un po' il timore di arrivare stanchi alla mezzanotte per le giornate calde dei giorni precedenti – è stato il commento di Federica Boifava - però poi il fattore casa gioca anche a proprio favore, perché conoscendo il percorso sai come gestirti e come amministrare al meglio le forze. Al momento mi sento tranquilla, forse anche un po' troppo. Vediamo come sarò a mezzanotte, quando salirà l'esaltazione della partenza. Parto comunque serena e forse solo il meteo mi potrebbe dare qualche pensiero.
Replicare il bel successo della Val di Zoldo (prima assoluta all'Extreme Race – ndr) è difficile. Tutti gli altri dovrebbero perdersi per strada ed è una cosa che non auguro certo. Anche quest'anno il livello è altissimo. Ci sono alcuni concorrenti di classe che saranno davvero impegnativi da tenere a bada, Giulio Ornati e Francesco Rigodanza in primis, ma bisogna sempre guardarsi le spalle, perché nel gruppo potrebbe sempre esserci la sorpresa.
Per me le parti più dure sono quelle che più noiose e qui è difficile annoiarsi. La fine è comunque il punto più impegnativo. L'ultima discesa è un inferno e con il bel tempo la temperatura sale mano a mano che ci si avvicina al fondo valle e al traguardo, insomma ti segna davvero.
A chi è alle prime armi con una gara di questa lunghezza consiglio di partire con calma, perché vedo sempre tante salite al Summano a ritmi inferociti, per poi dover alzare bandiera bianca già sul Novegno. Meglio amministrare lo sforzo, perché di chilometri per recuperare ce ne sono in abbondanza.»

«Mi sento bene e sono felice di aver recuperato dai piccoli infortuni dei mesi scorsi – ha spiegato invece Giulio Ornati - sono pronto per la gara. Quest'anno la voglia di portarsela a casa c'è tutta, perché l'anno scorso sono rimasto un po' con l'amaro in bocca. D'altro canto non si sarebbe potuto fare altrimenti visto come si era messo giù il tempo. Con il temporale la montagna era praticamente off limits per la salita. Oggi mi sento in forma, penso a correre e poi vedremo chi verrà fuori in gara. C'è sempre qualcuno che si mette a dare del filo da torcere.
L'anno scorso è stata una gara un po' particolare e il meteo ha influito sulla valutazione che ho potuto fare del tracciato. Credo che le prime salite siano molto corribili, ma il tutto si deciderà sulla salita al Fraccaroli, un'ascesa di tutto rispetto. Da non sottovalutare nemmeno la discesa finale però.
Anch'io mi sento di consigliare in particolare a chi è alle prime armi di partire con calma. La Trans d'Havet fin dall'inizio ti invoglia alla corsa, poi però nella seconda metà della gara diventa più selettiva, srotolando tanti saliscendi fastidiosi per cui è bene partire senza esagerare. Se poi nella seconda parte ci sarà energia si potrà accelerare e nel lungo discesone che porta a Valdagno ci sarà di che sfogarsi»

Nell'anteprima di ieri era presente anche il prof. Alessandro Grainer, che ha illustrato il progetto di ricerca sviluppato con un pool di ricercatori dell'Università di Padova sulla gestione della fatica in competizioni come le ultra maratone.
«Lo studio ha visto all'opera una decina di elementi, guidati dal professore Carlo Reggiani (Dip. Di Scienze Biomediche) per la parte di fisiologia, e della prof.ssa Patrizia Bisiacchi per quello che riguarda la psicologia generale. Con me ci sono stati poi Antonio Paoli, Giuseppe Marcolin, Annachiara Cavazzana e Giorgia Cona, prima autrice del primo articolo pubblicato finora su Plos One, uno dei punti di riferimento su scala mondiale per quanto riguarda la stampa scientifica.
Gli ambiti indagati dal progetto di ricerca sono stati tre: la gestione e percezione del dolore, la stabilità e la capacità di mantenerla e l'attenzione, la capacità decisionale e la capacità di cambiare la decisione nel momento in cui qualcosa va storto. Per il momento lo studio pubblicato ha preso in considerazione 30 atleti in due edizione della Trans d'Havet seguite (2012 e 2013 - ndr), questo ci ha permesso di raccogliere una gran mole di dati per cui ringraziamo gli atleti che si sono prestati.
Da questi dati sta uscendo un profilo dell'ultra-runner che potrà venire avvalorato ulteriormente dagli studi che intendiamo proseguire nel 2016. Da quanto abbiamo potuto osservare finora, diciamo che non stiamo parlando solamente di persone con grandi capacità fisiche, ma anche grandissime capacità mentali, di concentrazione e di adattamento agli stimoli esterni. L'allenamento mentale e la capacità di mantenere la concentrazione, insomma, risultano qui fondamentali.»