Categoria: 

SCI ALPINISMO TUTTI UNITI..…UNO CONTRO L’ALTRO

Maurizio Torri
3/11/2009

Ogni anno si ripete la stessa storia, dove va lo sci alpinismo? Dove vanno le gare? come si muove l’ambiente? Cosa propongono le aziende….? Anche questa stagione gli interrogativi rimangono gli stessi. Tra le tante risposte possibili una certa c’è: lo sci alpinismo non va nella direzione giusta! Questa inconfutabile e triste risposta accomuna tutte o quasi le Federazioni Nazionali oltre ovviamente quella Internazionale.

I marcati campanilismi regionali della Spagna, la lotta tra CAF e FFME in Francia, la visione un po’ arcaica Elvetica, l’immobilismo della FISI in Italia, la poca considerazione da parte del “potente DAV” in Germania, la piccolezza della specialità, rispetto al grande potere dello sci alpino in Austria, sono solo alcuni degli esempi che permettono di inquadrare che così non si va lontano.

Allora qual è la motivazione che muove alcuni volontari a spingere questa specialità tra i giovani? Qual è la molla che stimola molti atleti ad impegnarsi negli allenamenti? Cosa anima i molti volontari che organizzano eccelse manifestazioni?
Rispondere ai quesiti che ho posto in poche righe ci vorrebbero tre pagine che non abbiamo, allora cercherò di fare ordine impiegando il minor spazio possibile.

La Federazione Internazionale lo scorso anno ha voluto, con una forzatura, inserire tra le gare di Coppa del Mondo alcune classiche. Questa scelta ha creato molte discussioni, soprattutto tra Federazioni Nazionali, atleti e team commerciali. La spiegazione di questa scelta è stata che per creare una Coppa del mondo degna di tale nome sarebbe servito l’aiuto delle “grandi gare”. Nulla di più sbagliato, sostenni da subito, anche perché la Coppa del mondo ha altre esigenze rispetto alle grandi classiche; infatti il Mezzalama inizialmente iscritto a tale kermesse fece giustamente retromarcia. Medesimo errore fu inserire una notturna a coppie in pista, la Sellaronda che saltò, con buona pace degli atleti che avevano percorso oltre 1000 chilometri per essere ad Arabba e non poterono altro che tornarsene a casa.
Il regolamento cita che ogni gara deve presentare almeno due percorsi di riserva, chi ha approvato la scorsa stagione il calendario perché non ha chiesto le dovute garanzie?

Questa stagione inevitabilmente vedrà la replica di tali errori. L’inserimento di due nuove gare italiane nel panorama sci alpinistico di Coppa del mondo porterà sicuramente problemi, sia il regolamento Internazionale che quello Nazionale citano che per essere ammesse nel Circuito iridato le manifestazioni devono, o dovrebbero, aver superato un’ analisi sulle precedenti edizioni. Mi risulta che nessuna delle due gare italiane che quest’anno saranno prova di Coppa del Mondo siano mai state né in Coppa Italia né Campionato italiano, eventuali comprensibili errori per giovani organizzazioni come verranno inquadrati e gestiti?

Medesimo discorso per la finale di Coppa; la Patrouille des Glaciers è una gara organizzata dall’esercito Elvetico, ottima gara e vetrina per lo sci alpinismo, che però mal si adatta alle esigenze dello sci alpinismo moderno.
Partenza a mezzanotte o giù di lì, squadre da tre elementi dopo che, anche qui sbagliando, ci hanno fatto credere che le gare moderne dovessero essere individuali, migliaia di persone che partono davanti agli atleti ”top”, costretti quindi a difficili sorpassi, la variabile maltempo ad altissimo rischio che con facilità potrebbe far saltare la Finale del Circuito che, invece, dovrebbe essere la più certa per permettere lo svolgimento delle premiazioni. Chiudo sull’internazionale segnalando con orrore l’assenza di una vera Commissione tecnica che abbia la capacità di essere propositiva, sostituita ormai dalla Commissione dei produttori che può essere molto utile, ma inevitabilmente porterà lo sport ad essere gestito sotto la spinta delle economie aziendali.

Ho accennato ai problemi della varie Nazioni, torno approfondendo un poco: dicevamo della Spagna costretta a gestire una nazionale “Catalana” senza aver possibilità alcuna di coinvolgere altre Regioni, i Paesi Baschi ad esempio hanno valide organizzazioni, gare come l’Altitoy, richiama centinaia di appassionati, esiste una Federazione basca ma il centro del potere è e rimane a Barcellona perdendo delle grandi opportunità organizzative, tanto è che dopo il 2004 la Spagna è sparita dalla Coppa del Mondo.

In Francia altro assurdo, tutto, ma proprio tutto il movimento dello sci alpinismo è in mano agli appassionati del CAF, le migliori gare, i migliori atleti, le squadre regionali e dipartimentali giovani, vero però che la gestione dei “Blue” sia data dal ministero in gestione alla FFME. Risultato poche o nessuna gara francese organizza prove di Coppa del mondo, pur avendo ottime gare in calendario CAF. Altro assurdo francese è la scarsa o quasi nulla considerazione dello sport al femminile, nessuna ragazza, a parte la fortissima Roux è convocata in squadra, i giovani vengono lasciati da parte e fortunatamente pensano a loro le sezioni dei CAF o Club Sportif di livello come per esempio Areche-Beaufort o FFCAM jeunes.

Anche la Svizzera ha i limiti territoriali, lo sci alpinismo agonistico è solamente Vallesano, tutto ruota attorno a questo cantone, la Nazionale, le gare, gli atleti. Le manifestazioni raccolgono centinaia di iscritti che si battono nelle categorie “populaires”, così molte volte riesce ad emergere l’atleta che riesce a non ingarbugliarsi alle partenze in massa o ad effettuare sorpassi in mezzo a mille “amatori”. Gare Svizzere di ottimo livello tecnico esistono, però il livello premi e gestione mediatica rimane inesorabilmente basso.

L’Italia è frizzante, atleti di alto livello, da sempre i migliori, un settore giovani effervescente, gare ottime e ben premiate, il tutto gestito da una Federazione assente che si limita a recuperare 4 soldi per le trasferte della Nazionale, ma che nel contempo sperpera i circa 200.000 euro stimati per difetto che i tesserati dello sci alpinismo pagano per l’ affiliazione. Una gestione dei calendari, dei regolamenti, della Nazionale lasciata a se stessa, la Commissione tecnica inesistente che ha la pretesa di gestire un movimento di 80 gare Nazionali e circa 10.000 tesserati con due riunioni l’anno. La fortuna della FISI è che i Club lavorano duro con persone competenti che organizzano grandi gare e sfornano senza sosta atleti di alto livello, una cosa che tra l’altro ci accomuna allo Sci Fondo ed al biathlon. L’’attenzione maggiore viene riservata,invece che allo sport, a chi canta fuori dal coro che, con italica abitudine, viene additato come “anarchico sportivo”

In Germania ed in Austria l’attenzione per l’agonismo è praticamente nulla, il potentissimo DAV relega ad una questione “formale “ la gestione della Nazionale, non ci sono o quasi gare Nazionali e non ci sono mai state gare internazionali. La Germania è la nazione credo con il maggior numero di sci alpinisti (turisti) al mondo.
L’Austria è la prima Nazione al mondo per lo sci, si è iniziato a parlare di sci alpinismo solo grazie a uno o due grandi appassionati che hanno costituito una Nazionale ed hanno organizzato la Dachstein Extreme, l’unica gara che ha aperto allo scenario internazionale, nulla di più.

Ora chi è vicino allo sci alpinismo si interroga se vale la pena di continuare a lavorare affinché i giovani si avvicinino a questa pratica sportiva. Poche sere fa in occasione della presentazione della stagione agonistica ai giovani in Alta Valtellina ho cercato di evidenziare ai ragazzi che l’obiettivo della pratica dello sci alpinismo agonistico è quello del vivere la montagna, di saperla praticare perché fa parte della cultura alpina di chi in montagna vive. Cosa altrimenti avrei potuto prospettare? Forse a dei successi Olimpici?
Luca Salini

SCHEDA LUCA SALINI:
ha partecipato a decine di gare sci alpinistiche dai circuiti regionali fino alle grandi classiche come Pierra Menta, Trofeo Mezzalama. Nell'anno 1999 insieme ad Adriano Greco costituisce il primo gruppo giovani sci alpinisti italiano con le insegne dello Sci Club Sondalo, gli atleti dello Sci Club si distinguono ai primi Campionati del Mondo di specialità; Guido Giacomelli, Matteo Pedergnana, Davide Spini, Marco Maiori furono i mattatori della prima edizione dei Mondiali di Serre Chevalier.
Entra in FISI come responsabile alpi Centrali e si occupa inizialmente del coordinamento logistico della Squadra nazionale guidata da Onesti. Ritenendo di non trovare in Federazione un ambiente fertile per la crescita dello sport ed una giusta considerazione per la base lascia l'incarico in polemica con l'allora Presidente Coppi.
Dal 2000 è alla testa del gruppo organizzatore della Alta Valtellina Ski race e della Ortles Cevedale Sky Race e collabora con Davide Canclini e Luca Dei Cas nella gestione del gruppo giovani dello Sci Club Alta Valtellina.