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L'INTERNATIONAL DYNAFIT TEAM SI FERMA AD UN PASSO DALLA VETTA DEL BROAD PEAK

Maurizio Torri
11/9/2009

Sfuma per pochi metri l’obiettivo di conquistare gli 8.051 metri del Broad Peak e discendere dalla vetta con gli sci da alpinismo. Ma negli occhi di Benny e Seb non c’è delusione: l’impresa li ha portati una volta ancora a conoscere i propri limiti, e a fermarsi quando il buon senso ha suggerito loro di tornare indietro.

L’obiettivo è tanto semplice quanto ambizioso: scalare il Broad Peak e discendere dalla vetta con gli sci. Nasce così il progetto dell’International Dynafit Team che il duo tedesco composto da Benedikt Böhm e Sebastian Haag ha pianificato per la stagione 2009. Ogni anno un piano di lavoro nuovo, un progetto innovativo. Ogni anno un’idea diversa per dimostrare il valore e la valenza di atleti e attrezzatura. Questa è la volta del Broad Peak, la vetta himalaiana di 8.051 metri tra le più affascinanti della catena pakistana.

La spedizione parte dall’Europa a inizio luglio e dopo un necessario periodo di acclimatamento seguono giorni di logorante attesa: le cattive condizioni meteo che imperversano sulla catena del Karakorum costringono infatti i due alpinisti a rimandare continuamente l’attacco alla “cima larga”, come viene chiamata dagli abitanti del Pakistan.

Ma il 17 luglio uno spiraglio nel cielo e notizie positive dalle previsioni meteo suggeriscono a Benedikt Böhm e Sebastian Haag di tentare e così alle 22.15, ora locale, i due tedeschi lasciano il campo base a quota 4.800 per attaccare il Broad Peak.

Nello zaino hanno lo stretto necessario: l’attrezzatura Dynafit innanzitutto, sci, scarponi e casco, abbigliamento tecnico da alta quota, e poi tre litri d’acqua, alcune confezioni di energetici, medicine in caso di emergenza. Ciò che li aspetta sono oltre 3.250 metri di dislivello tra il campo base e la vetta. I due procedono bene fino al campo 3 a quota 7.000 metri ma Seb Haag decide di fermarsi per una breve pausa in tenda mentre il compagno Böhm decide di proseguire da solo e raggiungere altri alpinisti a 7.800 metri . Le sue condizioni fisiche sono ottime e la tabella di marcia indica che è ancora in tempo per raggiungere la vetta, ma ora inizia la parte più difficile. Benedikt Böhm è un alpinista che ha fatto della sua passione un lavoro con mansioni di responsabilità: da un anno è responsabile marketing di Dynafit e nonostante l’incarico da manager che lo porta a viaggiare in tutto il mondo, Benny riesce sempre a trovare il tempo per allenarsi e pianificare nuovi progetti dove testare e mettere a dura prova l’attrezzatura da sci alpinismo, dagli sci agli scarponi, dall’attrezzatura agli accessori. Ora però, a 8000 mila metri di quota, non ha tempo per pensare a piani di marketing: adesso Benny prosegue a fatica nella neve che arriva talvolta fino al bacino. Il gruppo di alpinisti a cui si è unito impiega poco meno di quattro ore per superare un dislivello di 200 metri lungo la cresta che porta all‘anticima. Anche il nostro Benny raggiunge sorprendentemente questo traguardo intermedio, dopo complessivamente 16 ore di ascesa. È stremato, le forze iniziano a mancare e solo nel corso della discesa capirà quanto è provato. Raggiungere la cima del Broad Peak è ormai un obiettivo impossibile per tutti i partecipanti: è troppo tardi ed è evidentemente troppo pericoloso. Tutto il gruppo imbocca quindi la strada del ritorno.

Per i due ragazzi di Monaco di Baviera non è più possibile centrare l’obiettivo di scendere con gli sci. L’unica cosa da fare è infatti scendere in sicurezza. All’inizio avevano calcolato un massimo di quattro ore per la discesa dai 7.800 metri fino al campo base. In realtà impiegano cinque ore per arrivare soltanto al campo 3, dove passano la notte. Dopo alcune ore senza riuscire a prendere sonno a causa della stanchezza, Böhm e Haag riprendono lentamente la via verso il campo base. Sebastian Haag migliora a mano a mano che si scende di quota. L’assenza di ossigeno può mettere in crisi anche atleti di alto livello. A quota 6.200 metri si infilano sci e scarponi e, superando anche pendenze del 50%, raggiungono il campo base dopo complessivamente 39 ore.

Una volta rientrati è tempo di bilanci. Anche se non è stato stabilito il record di velocità di salita e discesa con gli sci che rappresenta l’obiettivo principale nelle imprese firmate dall’International Dynafit Team, e non è stata raggiunta la vetta del Broad Peak, non si può definire un fallimento la spedizione dei due tedeschi. “Per noi aver raggiunto l’anticima del Broad Peak è come aver toccato la cima principale, e quindi ci riteniamo soddisfatti” ha commentato Benedikt Böhm “perché l’elemento portante delle nostre spedizioni è la valutazione del dislivello superato e il relativo tempo impiegato”. Inoltre, l’obiettivo di raggiungere alte prestazioni non deve spingere l’alpinista ad andare oltre il limite del ragionevole rischio. “Ciò che abbiamo vissuto a quelle quote” aggiunge Sebastian Haag “ci ha fatto capire ancora una volta quanto si sia vicini alla morte“.

Ora i due sci alpinisti Dynafit sono rientrati al proprio lavoro e alla quotidianità: entrambi si godono la vita con tutte le cose che di solito si “danno per scontate“. Pochi infatti riescono ancora ad entusiasmarsi davanti a una cioccolata calda e a un croissant come Benedikt e Seb.

Per maggiori informazioni: www.dynafit.it