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INTERVISTA A MARCO FACCHINELLI

Sottotitolo: 
Sabato il Lavaronda... Poi, a gennaio, torno a Saalbach!!!

Nicola Gavardi
18/12/2012
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intervista
MARCO
facchinelli
scialpinismo
skialp
2012
vertical
race

Saltatato il Monte Agnello per influenza, il forte scalatore trentino è pronto a rifarsi sabato alla prima edizione del Lavaronda....

Non è certo uno degli atleti più pubblicizzati o consderati, ma ha cuore e determinazione da vendere. Così,  quando le pendenze cominciano a farsi sentire nelle gambe, il "Facchi" si rivela cliente scomodo. Lo sanno bene i tanti "big", o presunti tali, che in più di un'occasione hanno dovuto stringere i denti per tenerlo dietro. Reduce da un'estate esaltante nelle vertical, il testimonial del Team La Sportiva, ha subito esordito con un successo con le pelli al Trofeo San Nicolò. Chissà che sabato possa bissare sulle nevi di Lavarone e, perché no, dare il proprio contributo al Bogn da Nia per aggiudicarsi il primo Trofeo Sportdimonatgna....

 

 

 

Sei un atleta poliedrico..Da dove deriva questa capacità di adattamento?

Nasco come atleta mezzofondista (pista e cross). Ho praticato la corsa in montagna fino alle categorie giovanili, dove ho anche fatto un terzo posto nel campionato italiano Junior nel lontano ’99.  Poi complice un infortunio, che ancora mi perseguita, ho cominciato ad assaporare anche altri modi di vivere l’ambiente tra cui lo sci alpinismo, l’arrampicata, il trekking e la bicicletta. Adesso mi ritengo più un “appassionato poliedrico” che atleta, in quanto pratico ciò che mi piace, e forse proprio per questo riesco ad integrarmi discretamente nelle varie discipline. Quando faccio qualcosa la faccio mosso prima dalla passione.  E’ bello essere polivalenti!

 

 

 

Scarponi da sci d’inverno e scarpette d’estate.. E’  proprio una grande passione

Si. Ricordo ancora le prime uscite con lo zaino sulle spalle a scoprire i luoghi fantastici del Trentino. Diciamo che dopo un lungo periodo di stop per una tendinite, che mi da ancora noia, mi sono avvicinato allo scialpinismo grazie al mio maestro e amico Ruggiero. Da questa disciplina  ho intravisto una possibilità per tornare alle competizioni in ambienti unici, e poi siccome il primo amore non si scorda mai, sono tornato lentamente anche alle competizioni a piedi.

 

 

 

Quali sono le tue caratteristiche? Ti esprimi al meglio nei vertical?

Sportivamente  sono nato come corridore ma nel vertical riesco ad esprimermi al meglio grazie alle mie caratteristiche muscolari . Negli ultimi anni ho dovuto correre poco, far pochi ritmi anche in pianura e sicuramente questo mi ha aiutato. Venendo poi  da una stagione di sci alpinismo mi è quasi più semplice cimentarmi su gare ripide, sia con bastoni che senza.

 

 

 

Sei di sicuro nei top runner delle gare di vertical. Come vedi questo movimento?

Ricordo che 10-15 anni fa in Italia esistevano soltanto un paio di Vertical. Guardavo impressionato le imprese del Dega (Marco De Gasperi), forse l’unico corridore di montagna italiano che si cimentasse in queste competizioni. Un articolo su un vecchio numero di ALP  parlava di limite fisiologico di velocità di ascesa di circa 1800m/h… A distanza di qualche anno  tutto è cambiato! Ora di gare ce ne sono tante, fin troppe in alcuni periodi, ed i record e la qualità in certi vertical sono impressionanti. Tutto ciò è positivo. Molti si avvicinano a questo sport con entusiasmo sia per i lati atletici sia per il cosiddetto terzo tempo che non manca mai in questo tipo di competizioni. Un mio desiderio?  Mi piacerebbe vedere una gara unica, o anche un circuito di tre-quattro gare di sola salita che comprendano un paio di vertical con caratteristiche diverse, e due gare molto più corribili, dove possano competere con tutti gli specialisti scalatori italiani:  De Gasperi, Manzi, Dematteis, Abate, Baldaccini ( e tutti quelli che ho dimenticato) Zemmer, Manny, Golinelli, Moletto…un circuito di spessore mondiale visto che noi italiani siamo forti scalatori!

 

 

 

Primo nel Circuito Vertical Trophy la Sportiva. Soddisfatto di questo risultato?

Si soddisfatto, anche perché l’ho vinto per due anni consecutivi… questo è uno dei risultati che ho fatto in questa stagione. Senza nulla togliere al circuito,  ciò che mi ha dato più soddisfazione  è stato un sesto posto nel Vertical di Canazei, dove giocavo in casa visto che corro per i Bogn Da Nia. Altro risultato  l’ottavo a Fully. In tutte e due gare correvo con i migliori al mondo…  Altra competizione che può prendere piede, perché collocata in un ambiente particolare come quello del Garda, è la Lakegardamountain race, che ho vinto a settembre, o il verticale di Ravina (Trento), un sentiero stupendo che sale dalla immediata periferia della città fino in montagna, dove ho vinto abbassando il mio record di un paio di minuti.

 

 

 

Obiettivi invernali? Ti vedremo al nastro di partenza di qualche classica?

Penso proprio di si. Sabato sarò al via del Lavaronda, che è poi anche il primo trofeo Sportdimontagna, poi dovrei gareggiare alla Mountain Attack di Saalbach, al Sellaronda, Adamello, Mezzalama, campionati italiani individuali e a squadre e qualche gara di coppa Italia, senza contare le varie notturne qui vicine a casa. Comunque deciderò strada facendo in base alla preparazione e alla forma del momento.

 

 

 

L’estate 2013 sarà incentrata solo sui vertical o parteciperai anche a qualche altra competizione?

L’obiettivo sarebbe quello di puntare a partecipare alla World Series di VK, al campionato italiano, e poi a  gare a cui non ho mai partecipato, come la Chiavenna-Lagünc. Vorrei tornare in qualche classica di corsa in montagna di alto livello per confrontarmi anche con gli specialisti di quella tipologia di competizioni. Per ora mi concentro sulla stagione invernale, poi si vedrà.

 

 

 

 

Sei un Fisioterapista. Quali semplici consigli potresti dare ai nostri lettori per prevenire i “fastidiosi” disturbi motori?

Penso che ognuno di noi debba arrivare ad essere un po’ il “meccanico” di se stesso. Come alla bici mettiamo l’olio alla catena, anche al fisico dobbiamo fare un “tagliando” più o meno quotidiano. Quello su cui punto sono delle piccole azioni quotidiane, che vanno da esercizi tratti dalla rieducazione posturale da praticare  soli, al portare calze compressive dopo allenamenti intensi , o a l’utilizzo dell’acqua fredda per fare una sorta di ginnastica vascolare (la cosa più bella dopo un allenamento estivo è mettere le gambe nella fontana)…Tutto questo deve essere finalizzato a mantenere uno stato di salute generale dell’apparato locomotore.  Non bisogna poi dimenticare una corretta programmazione delle fasi di allenamento per non sovraccaricare il fisico, e l’utilizzo di altre discipline sportive per non gravare sempre allo stesso modo su tendini ed articolazioni (bici, camminate con bastoni ecc..).

E poi comunque una “tirata” al bisogno non guasta mai…

 

 

 

Allenarsi, gareggiare e vivere in montagna. Tutto ciò è per te un grande stimolo?

Si, perché ogni volta che mi alleno sono alla ricerca di sentieri nuovi che mi portano in scenari fantastici, dove sti con i miei pensieri  lontano dalla confusione della quotidianità. A volte pesa un po’ il fatto di gareggiare...Il tempo è sempre poco. In estate mi alleno sulle mie montagne, nel gruppo del Lagorai. Una volta terminato il giro mi fermo con i miei amici a cenare in qualche rifugio e poi via con le frontaline verso la macchina. In inverno, neve permettendo,  vado in esplorazione facendo salite e discese che si discostino dagli itinerari classici descritti sulle guide. Con gli sci almeno mi diverto in salita e pure in discesa. Ah, visto che me ne date la possibilità….Vorrei ringraziare la mia squadra, i Bogn da Nia, LaSportiva, e l’amico Fabio Leoni con Vertical Bike&Climb per il sostegno.