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INTERVISTA ALL’AZZURRO GABRIELE ABATE

Maurizio Torri
5/10/2010

DA UN TEMUTO ADDIO ALLE GARE... A UN MONDIALE DA PROTAGONISTA

Al termine di una stagione esaltante, conclusasi con un secondo posto allo Stellina, un bronzo a squadre nelle gare iridate di Kamnik e il titolo tricolore lunghe distanze, il portacolori dell'Orecchiella di Garfagnana ci ha raccontato come è riuscito a tornare a grandi livelli....

Da un grave infortunio a una grandissima stagione. Come hai vissuto quello che di fatto è stato uno dei momenti più difficile della tua carriera agonistica?

«Ricordare i mesi di Marzo e Aprile 2008 è sempre molto dura per me, ricordo bene il giorno che per aiutare un mio amico mi sono fratturato il primo metatarso, ricordo che piangevo ma non tanto per il dolore ma perché avevo paura di aver chiuso la mia carriera. Poi, come al solito, la mia caparbietà mi ha portato a un recupero da record. Ovviamente negli anni a seguire ho continuato ad avere problemi su problemi, fino a toccare il periodo più difficile a dicembre 2009 quando stavo davvero per smettere. In quel momento, grazie ai miei compagni di allenamenti Gallo Paolo e Pignone Filippo, ho ritrovato gli stimoli e insieme al mio allenatore ho deciso di rimettermi in gioco... mese dopo mese ho visto i miglioramenti toccando l'apice proprio nel momento giusto di questa stagione».

Quando è contato nel tuo recupero un allenatore che ti sa preparare, ascoltare e motivare?

«Io e Piergiorgio Chiampo ci conosciamo da ben 20 anni. E' sempre stato lui a seguirmi. I suoi consigli per me sono sempre stati fondamentali; siamo sempre stati in grado a vicenda di capire quando avevo bisogno di staccare la presa e quando potevo spingere. Fin da giovane lui e Mariolina mi portavano a tutte le competizioni a livello nazionale in tutte le discipline, abbiamo fatto molti chilometri insieme e di questo gli sono molto ma molto grato, ma la cosa più bella del nostro rapporto è che riesco a trasmettergli sempre le mie sensazioni e questo fin da piccolo. Lui, con la sua esperienza personale e la sua preparazione, mi ha indicato sempre la via giusta, anche se a volte io ho preso qualche piccola deviazione (vedi Maratone) per togliermi qualche piccolo sogno nel cassetto. Gli sarò per sempre grato di ciò che ha fatto per me, ma credo di avergli regalato delle belle soddisfazioni, quest'anno allo Stellina e ai Mondiali mentre correvo non vedevo l'ora di arrivare nel punto dove si trovava lui per fargli vedere che eravamo riusciti in un'altra impresa...».

Estate 2010, la tua gara più bella?

«Ovviamente la gara più bella per me è stato la Stellina. Sui sentieri di casa, arrivare secondo dietro a un fenomeno come Martin Dematteis e davanti ad uno dei più grandi della specialità come Marco De Gasperi. La battaglia fatta con De Gasperi sulle dure rampe verso il Rocciamelone per me resterà indimenticabile, poi al mondiale in Slovenia credo di aver corso ancora più forte e riuscire a trascinare la nazionale ad un bronzo che vale oro visto il livello mi rende molto orgoglioso. Infine il titolo individuale nel Gran fondo di Domodossola davanti ad un caparbio Andrea Regazzoni. Tre grandi gare frutto di tantissimi sacrifici».

Parliamo di nazionale. Alle spalle diversi talenti scalpitano, ma l'Abate degli ultimi tempi sembra tutt'altro che intenzionato a cedere il passo.

«Sono giunto a ben 14 Nazionali di cui 12 Assolute e quasi tutte consecutive, ho visto negli ultimi anni arrivare alcuni giovani, ma non vedo in loro la continuità di sacrifici, penso che nei prossimi anni ci sia ancora un po' di spazio per noi "Vecchietti" anche per poter indicare a loro la strada giusta che come tutti sanno è solo una continuità e sacrifici ogni giorno. Ormai i Dematteis fanno parte stabilmente del Gruppo Azzurro, ma i vari Sterni, Toninelli, Rinaldi ecc.. devono cercare di trovare una continuità di rendimento perché per la nazionale non conta solo la punta ma soprattutto la squadra».

Chiusa questa strepitosa stagione quali sono i tuoi obiettivi autunnali e invernali?

«Ora, come al solito, mi piace a fine stagione confrontarmi con la strada specialmente con mezze maratone e maratone, ma il mio primo obbiettivo è quello di non avere infortuni e cercare di tenere una forma adeguata per riuscire a fare un 2011 similare al 2010».

Corsa in montagna. lati positivi e negativi di una specialità dal grande potenziale, ma ancora troppo poco conosciuta.

«Sicuramente negli ultimi anni siamo cresciuti ma non come dovremmo, questo per vari motivi. Ottimo il lavoro fatto da alcune persone come Paolo Germanetto per quanto riguarda la visibilità su varie emittenti e per la realizzazione di nuove idee per portare avanti il movimento. Per quanto riguarda la Federazione io stimo molto il lavoro fatto da Balicco, Chiampo e Salvi, ma ovviamente sembra che in questo periodo di crisi economica si cerchi sempre più di tagliare i fondi e le risorse. Spero che la crisi finisca e ci sia un rilancio della specialità; ma da parte mia che al momento faccio l'atleta e penso solo a far questo mi impegno a fare solamente le gare federali perché credo che la maglia azzurra valga molto più di qualche euro e spero che anche le prossime leve la possano indossare».