Maurizio Folini_Simone Moro
Categoria: 

MAURIZIO FOLINI & SIMONE MORO SOCCORRITORI D’ALTA QUOTA

Sottotitolo: 
Intervista alla guida alpina e pilota di elicottero Maurizio Folini.....

Silvio Mevio
2/8/2012
Tags: 
intervista
alpniamo
maurizio
folini
elicottero
simone
moro
nepal

Abbiamo incontrato,  durante una pausa lavorativa, la guida alpina e pilota di elicottero valtellinese Maurizio Folini, impegnato al fianco di Simone Moro  nel soccorso alpino tramite utilizzo di elicottero in Nepal...

Maurizio, tracciaci un tuo breve profilo biografico...

<<Ho 47 anni; sono nato a Sondrio ed attualmente vivo alle porte del capoluogo valtellinese. Sono guida alpina. Ho sempre avuto la passione per il volo ed ho iniziato dapprima con il deltaplano ed il parapendio,  per poi “atterrare” negli “States” (Stati Uniti d’America) dove studiando con impegno sono riuscito a conseguire il brevetto commerciale di pilota di elicottero. Successivamente ho lavorato per diverse compagnie aeree, sia in Italia che all’estero (attualmente lavoro in Svizzera), specializzandomi sul lavoro aereo e sul volo in montagna. Continuo, tuttora, a praticare questa professione (che amo immensamente) ed ho maturato un'esperienza di volo di circa 8000 ore. Nonostante le moltissime ore passate nel “cielo”, continuo a praticare l’alpinismo e l’arrampicata con la mia famiglia e con alcuni miei clienti che oramai sono diventati  degli  amici>>.
 

 

Come hai incontrato Simone Moro e poi come avete deciso di “immergervi” in questa bellissima avventura?

<<Recentemente, durante un corso di aggiornamento per guide alpine, ho conosciuto Simone Moro, noto alpinista di fama mondiale e neo pilota commerciale di elicottero. Durante un’arrampicata in sua compagnia,  abbiamo scoperto di avere un sogno comune nel cassetto, ovvero quello di effettuare elisoccorso in himalaya. L’anno scorso (2011), sono stato incaricato dall’Agusta ( nota fabbrica di elicotteri italiana) di svolgere un volo dimostrativo con un elicottero di loro produzione (AW 119 Koala ) con  una delegazione nepalese in visita in Italia. La stessa delegazione, per l’appunto, era accompagnata  da Simone Moro il quale l'anno prima aveva volato per la loro compagnia (Fishtail) in Nepal. Abbiamo rispolverato perciò il nostro sogno e in primavera sono partito: destinazione Kathmandu. Simone, infatti, si trovava già al campo base dell’Everest per acclimatarsi in vista di una sua nuova ed importante impresa alpinistica, ovvero la traversata - senza utilizzo di ossigeno  - dall’Everest al Lothse >>.

 

Una volta arrivato a Kathmandu, che cosa hai trovato e che cosa hai fatto?

<<Una volta arrivato a Kathmandu , ho trovato molta gente disponibile e collaborante. Ho dovuto frequentare tre giorni di corso e superare un esame per ottenere la licenza di volo nepalese. Subito dopo mi sono posizionato a Lukla con un elicottero AS 350 B3 Plus (di fabbricazione francese - Ecoureil) accompagnato da un tecnico aeronautico della ditta nepalese. Lukla è il punto di partenza per varie spedizioni fra cui l’Everest ed inoltre - durante la stagione pre - monsonica – è frequentata da migliaia di turisti che percorrono a piedi (trekking) tutta la zona oppure scalano alcune delle bellissime montagne di 6000m che si trovano, per l’appunto, nella valle del Khumbu. Il mio scopo principale era quello di affiancare i piloti nepalesi per insegnare loro, soprattutto, le tecniche di volo che da noi  (nelle nostre Alpi) da parecchi anni si praticano con successo, cercando di alzare il loro livello tecnico ed evitando, così, di compiere errori e relativi incidenti. Sono stato molto ben  accolto dai mie colleghi nepalesi i quali sono stati molto entusiasti e contenti di poter apprendere le nostre tecniche di elisoccorso>> .

 

Quali condizioni avete trovato durante le vostre operazioni di elisoccorso e come avete operato?

<<Quest’anno nella zona dell’Everest c'era poca neve e le condizioni per gli alpinisti e sherpa  non erano tra le migliori. Ghiaccio duro, caduta sassi e forte vento sono state le cause di parecchi incidenti sul "Sagarmähtä " (così viene  chiamato dai nepalesi la montagna più alta al mondo – 8848m). Durante il mio periodo trascorso a Lukla, sono state molti i soccorsi che io e Simone  abbiamo effettuato. Alcune volte gli alpinisti feriti (molti di loro sherpa) erano in zone dove non esistevano spazi necessari per l' atterraggio dell'elicottero e perciò usavamo una tecnica comune da noi sulle Alpi. Si trattava, infatti, di attaccare una corda sotto l'elicottero (con lunghezza in relazione alla conformazione della parete) dove il soccorritore veniva elitrasportato “vicino” al ferito e/o infortunato per poi essere entrambi recuperati e trasportati a valle oppure al posto più idoneo dove l’elicottero poteva atterrare tranquillamente. Se le condizioni meteo lo permettono si possono fare degli interventi che vanno da un minimo di 6000m fino a circa 7000m; naturalmente bisogna avere tutte le informazioni meteo necessarie. Aggiungo, inoltre, che il team di soccorso deve essere molto affiatato e professionale e l'elicottero deve essere alleggerito al massimo possibile. Durante la mia permanenza in zona ed in collaborazione con il centro CNR italiano, il quale ha un laboratorio appena sotto il campo base dell’Everest, siamo riusciti a stabilire un ponte radio permanente fra il nostro elicottero di soccorso ed i campi alti della montagna. Inoltre, in collaborazione con un piccolo ospedale di Lukla, siamo stati in grado di collaborare per intervenire tempestivamente nella medicazione e nella stabilizzazione del paziente prima del trasporto definitivo a Kathamandu>>.

 

 

 

Le condizioni di volo non sono state tra le più favorevoli…

<<A questo proposito vorrei fare una piccola precisazione. Attualmente, in questa zona, a causa di continui e repentini annuvolamenti, oltre a venti piuttosto forti, tutti gli elicotteri operanti non hanno mai volato nella valle del Khumbu (soprattutto di pomeriggio). Ebbene, il nostro (Simone ed io) affiatato team ( rigorosamente italiano),  proprio grazie alla grande esperienza maturata sulle Alpi è riuscito a portare a termine soccorsi (al limite) alcuni minuti prima dell’imbrunire e addirittura fino al Campo 2 dell’Everest, ovvero a circa 6600m. Oltre agli alpinisti, portatori, sherpa e/o escursionisti feriti oppure esausti per la fatica della scalata e l'altezza, abbiamo soccorso - purtroppo e recuperato -  anche corpi senza vita, i quali quasi sicuramente non sarebbero stati restituiti ai propri cari senza l’ausilio dell’elicottero rimanendo per sempre su quelle montagne. Ricordo che un giorno ho recuperato il corpo senza vita di  un giovane sherpa rimasto vittima di una caduta in un crepaccio - e anche se non riuscivamo a capirci - ricordo benissimo gli occhi segnati d alcune lacrime di sofferenza,  ma anche di gioia - di sua madre quando gli abbiamo consegnato suo figlio, al quale poi sono stati celebrati tutti il riti della loro religione buddista . Anche questo è soccorso … e secondo me molto importante per  poter alleviare - in qualche modo -  il dolore delle persone che hanno perso un parente oppure un amico … >>.

 

 

La vostra avventura, comunque, non è finita... Sappiamo che ritornerete nuovamente in Nepal per “addestrare” i piloti nepalesi?

<<Il nostro sogno oramai è una realtà. Io e Simone torneremo in Himalaya ad ottobre per continuare il nostro lavoro, supportato dalla nostra grande passione per il volo e per la montagna. Durante quel periodo ci prodigheremo affinché i nostri colleghi nepalesi (ma anche amici) possano acquisire quella esperienza fondamentale per questo genere di lavoro aereo, ovvero l’elisoccorso in alta quota. Siamo convinti che riusciremo nell’impresa perché siamo fiduciosi e crediamo in queste meravigliose persone … La forza - comunque - per riuscire in questo genere di “impresa” risiede quasi esclusivamente nelle persone che ci supportano in ogni istante della nostra vita; mi riferisco in modo particolare agli affetti famigliari e ad alcune “figure” (amici, colleghi, tanti sponsor) che credono ancora nella persona … Grazie a loro e se continueranno a supportarci potremo – certamente – raggiungere importanti traguardi e superare quei “limiti” che prima di ora erano molto lontani …

 

SCHEDA MAURIZIO FOLINI:
 

Ho sempre avuto la passione per il volo (deltaplano e parapendio) – Ho conseguito brevetto pilota commerciale per elicottero negli Stati Uniti America – Ho lavorato in diverse compagnie sia in Italia che all’estero specializzandomi sul lavoro aereo ed in montagna in particolare – Durante un corso di aggiornamento - essendo guida alpina - ho incontrato l’alpinista di fame mondiale Simone Moro e neo pilota commerciale di elicottero e durante quel corso abbiamo scoperto di avere un sogno comune nel cassetto, ovvero effettuare elisoccorso in Himalaya – Detto fatto e questa primavera sono volato destinazione Kathmandu – Qui dopo avere frequentato tre giorni di corso e avere superato un esame per ottenere la licenza nepalese ho iniziato a lavorare al fianco di Simone – Abbiamo effettuato diverse interventi di salvataggio e di recupero di alpinisti tutti effettuati attraverso il cossidetto gancio baricentrico utilizzando un elicottero AS 350 B3 plus Ecoureil – Abbiamo effettuato interventi al limite dei 6000 metri di altezza e con condizioni ottimali si possono anche raggiungere 7000 metri – il nostro sogno oramai è diventato un realtà e sicuramente Simone ed io ritorneremo in Himalaya  ad ottobre per continuare il nostro lavoro supportato dalla nostra grande passione per il volo e la montagna soprattutto.