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INTERVISTA A KINGA BARANOWSKA

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Vi presentiamo la new entry del SALEWA alpineXtream Team

Redazione
12/8/2012
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Una superdonna sulla strada per la vetta: Kinga Baranowska sceglie SALEWA per l’arrampicata

L’Himalaya gioca un immenso ruolo nella tradizione polacca dell’alpinismo. Non c’è da stupirsi che la carriera di questa giovane alpinista, originaria proprio della Polonia, sia stata così fortemente influenzata dalle montagne più alte del mondo. L’audace climber ha già scalato sette dei quattordici 8000, ed è stata la prima donna polacca a raggiungere la cime di tre di questi: Dhaulagiri, Manaslu and Kangchenjunga. Il suo obiettivo? Conquistare tutti gli 8000 metri in stile alpino. Da marzo 2012 Kinga Baranowska è entrata a far parte dell’ alpineXtrem Team SALEWA, il brand specialista degli sport alpini.

 

 

 

Avendo raggiunto sette 8000 sei a metà strada per completare la Corona dell’ Himalaya con tutte le quattordici cime. È questo il tuo più importante obiettivo alpinistico?

Cerco di concentrarmi solo sul mio prossimo obiettivo, muoversi a piccoli passi lungo la via è il modo migliore per realizzare grandi cose. Sarebbe presuntuoso pensare di essere felice solo dopo aver completato tutte le 14 cime. Tali aspirazioni non sono positive, perché appesantite da pressioni psicologiche e invece abbiamo bisogno di arrampicare con la mente libera. Di sicuro, qualche volta penso al completare la Corona dell’Himalaya, ma cerco di focalizzarmi sul qui e ora. Cerco di vivere seguendo questa linea guida: il percorso che prendi deve essere il tuo obiettivo.

 

 

 

Hai deciso di seguire le vecchie vie classiche. È una questione di riconoscimento verso le abilità già dimostrate da altri alpinisti o parte di una strategia ben precisa?

Stabilire una nuova via per un 8000 è molto difficile. Ho valutato realisticamente le mie capacità e se vedo che ce la posso fare, scelgo una via non classica, così come per esempio sul K2 l’anno scorso. (Nota: La via Basca o la via Cesen, o la via Cesen, è uno sperone a sinistra fuori dello Sperone Abruzzi, che è il percorso standard per il K2). Inoltre cerco di muovermi con squadre piccole e compatte per raggiungere la cima senza il supporto dell’ossigeno o l’aiuto degli Sherpa. Devi avvicinarti alla montagna umilmente e io scelgo i miei obiettivi con attenzione.

 

 

 

I lettori del magazine Shape ti hanno scelta nel 2008 come una delle donne che cambieranno il mondo. Cosa pensi di questo riconoscimento?

Penso che il punto del premio fosse trovare una donna che non fosse intimidita dalle sfide, che fosse coraggiosa e che seguisse i propri sogni. Concordo nel dire che questa descrizione coincida con la mia personalità.

 

 

 

Quali alpinisti dell’Himalaya sono i tuoi modelli?

La tradizione alpinistica polacca ha molti alpinisti eccellenti, che senza dubbio sono stati molto importanti per me quando ho iniziato la mia carriera alpinistica. Ognuno di questi possiede una caratteristica particolare. Uno di loro sicuramente è Wojtek Kurtyka, un visionario che ai suoi tempi

stabilì molte nuove vie su varie montagne in tutto il mondo. Ammiro profondamente anche un’ eccellente alpinista donna, Wanda Rutkiewicz, per ciò che fece ai suoi tempi. Tra le donne alpiniste, fu un fenomeno di prima classe che mostrò una perseveranza straordinaria nell’affermare le proprie idee. Tra gli alpinisti sportivi: Jurek Kukuczka e Krzysztof Wielicki hanno stabilito molti record, mentre apprezzo molto anche Piotr Pustelnik perché cerca sempre di mantenere standard etici e mantiene il codice dell’alpinista Himalayano.

 

 

 

Potresti condividere ulteriori informazioni sul tuo impegno sociale?

Particolarmente notevole per me è essere stata scelta come ambasciatrice per gli European Summer Special Olympic Games, per promuovere lo sport e l’atletica per persone con disabilità mentale.

Nel 2010 i Giochi sono stata ospitati a Varsavia, ed è stata un’esperienza di grande valore per me, soprattutto per la mia parte attiva nella promozione commerciale e sociale. Mi piace anche incontrare e motivare i giovani e gli orfani, ma sfortunatamente a causa del molto viaggiare non ho molto tempo a disposizione come vorrei per dedicarmi a questo. Grazie alla collaborazione con SALEWA potrò lavorare con l’azienda per sostenere un’organizzazione che si batte per i diritti delle donne Sherpa sull’Himalaya. SALEWA è già attiva in questa iniziativa e mi piacerebbe vedere come posso entrare a far parte della campagna sociale internazionale Empowering Women of Nepal.

 

 

 

Quali sono i benefici che cogli nella collaborazione con SALEWA?

Questa è senza dubbio un’opportunità meravigliosa per condividere esperienze. Da un lato mi permetterà di crescere professionalmente e realizzare i miei obiettivi, e dall’altro mi permetterà di contribuire agli obiettivi dell’azienda dando il mio apporto tramite la mia esperienza per lo sviluppo degli attrezzi per gli utenti professionali più esigenti.

Inoltre firmerò per SALEWA una mia linea di abbigliamento.

Sono convinta che questa sarà una lunga collaborazione che porterà benefici a entrambe le parti.

 

 

 

Quali sono i tuoi obiettivi sportive per quest’anno?

Voglio tornare a Makalu per continuare quello che lo scorso anno non sono riuscita a finire. Spero di avere successo nel raggiungere la cima quest’anno, anche se riconosco che è la montagna a decidere le condizioni e il mio ruolo è solo di adattarmi a lei. L’unica cosa che posso fare è prepararmi al meglio, mentre il resto è solo una questione di occasioni e di fortuna. Alla fine, la mia “arena” non è un campo da calcio dove posso essere sostituita in ogni momento. Le montagne sono una forza potentissima, l’ho capito e accettato. Ho programmato di partire per il Makalu alla fine di marzo. Un altro obiettivo è la facciata sud del Shisha Pangma. Se la situazione politica del Tibet lo permette penso di andare lì per questo autunno. Tenete le dita incrociate per me.