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CLUB ALPINO ITALIANO DI BERGAMO

Maurizio Torri
1/8/2009

Sei istruttori bergamaschi per una vetta inviolata!! ?Parte domenica la spedizione del Cai e di Edufest: meta una cima del Thien Shan??

Sono finite l’avventura e l’esplorazione sulle montagne? No, assolutamente. È quanto vanno ripetendo noti alpinisti che, come Simone Moro, vanno alla ricerca di nuove imprese sempre possibili non solo sugli Ottomila (vedi le salite invernali) ma anche tra tutte quelle cime - e sono un gran numero - che senza, arrivare alle quote estreme, offrono grandi soddisfazioni. C’è ancora un gran numero di montagne che aspettano l’alpinista che per primo arriverà in vetta.
È proprio questa la meta che si è proposto un gruppo di alpinisti bergamaschi con una spedizione del coordinamento delle scuole di montagna del Cai orobico. La spedizione, che partirà dopodomani, domenica, ha come meta una montagna alta 5.108 metri nella regione della Narny Valley, a sud del Kirgyzstan, al confine della Cina. Qui si stende la catena del Thien Shan dove le cime inviolate tra i 4 e i 5.000 metri sono ancora numerose.
La montagna presa di mira dai bergamaschi è del tutto sconosciuta, tanto che non ha ancora un nome. Fanno parte della spedizione: Renzo Ferrari (istruttore nazionale di alpinismo, Scuola Leone Pellicioli, capospedizione), Paolo Grisa e Maurizio Gotti (entrambi istruttori sezionali della Scuola Valleseriana), Pietro Minali (istruttore regionale di scialpinismo Scuola Bepi Piazzoli), Stefano Morosini (istruttore regionale di arrampicata libera, Scuola Valleseriana), oltre al medico Vincenzo Segala, membro del Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico.
Secondo il programma, raggiunto in aereo Biskek, ci sarà una serie di trasferimenti che culmineranno con un trekking da Inichek Village fino al campo base. A partire da giovedì prossimo gli alpinisti inizieranno l’acclimatamento, con sopralluoghi e quindi, nell’arco di un paio di settimane, il tentativo di salita in vetta.
Il rientro è previsto entro tre settimane. Nei giorni scorsi, in occasione dell’ultima riunione del consiglio direttivo prima della sospensione estiva, sono stati consegnati ai componenti la spedizione il gagliardetto e la bandiera del Cai con l’augurio che sventoli in cima alla montagna. Alla quale verrà dato un nome un po’ speciale: EduCai Peak 2009, che è anche il nome della spedizione. Il progetto è nato nell’ambito delle iniziative di Edufest, che è un progetto di sensibilizzazione intorno alla bellezza dell’educazione della Diocesi. Quest’anno, in cui Edufest pone l’attenzione sul tema «Persone di carattere», la spedizione assume un aspetto significativo, con alpinisti non professionisti che vivranno concretamente il tema dell’impegno e del «sacrificio».

Dall'alpinismo valori ed esempi educativi da offrire ai giovani

«Impegno, collaborazione, passione, sacrificio: sono valori che appartengono al Cai fin dalla sua nascita. Il Cai di Bergamo ha dato la sua piena adesione al progetto di Edufest con "Persone di carattere". L’alpinista ha "carattere", sia quando si pone l’obiettivo di una vetta, sia quando, e ancora di più, decide di dover rinunciare». Paolo Valoti, presidente del Cai di Bergamo, segue con particolare attenzione l’iniziativa nata dalla collaborazione con Edufest condividendo quanto scrive mons. Vittorio Bonati, delegato vescovile per la scuola, nell’introduzione al libretto «Persone di carattere», che verrà portato con sé dagli alpinisti alla spedizione in Kyrgyzstan.

«Nella vita - scrive mons. Vittorio Bonati - vuole carattere. Ci vuole carattere nell’affrontare le situazioni semplici ma soprattutto per affrontare quelle più impegnative e difficili. Ci vuole carattere per poter portare a termine i piccoli grandi compiti della vostra esperienza. Ci vuole carattere per accettare le sconfitte che capita a tutti di vivere». In questo contesto il valore della presenza del Cai è sottolineato dal fatto che, proprio attraverso la composizione della spedizione, le scuole di alpinismo e di scialpinismo si propongono come stimolo educativo verso i giovani, per trasmettere loro la passione della montagna.

L’importanza della spedizione sta perciò non solo e unicamente nell’obiettivo di raggiungere una vetta involata; conta soprattutto saper trasmettere ai giovani l’amore per la montagna come simbolo dell’amore per la vita, amore vero e profondo che non può escludere l’impegno e la fatica, chiamando ogni uomo ad essere autentica "Persona di carattere"».

L’obiettivo affidato ai sei componenti la spedizione - viene sottolineato nella presentazione a cura dl Edufest - è quello di realizzare un alpinismo di ricerca per uscire dalle mete classiche, affollate e ripetitive, per praticare un alpinismo giovane e rinnovato, dove le persone sanno mettersi profondamente in gioco per tentare di raggiungere con forza e passione il grande obiettivo di una cima inviolata, ma anche capaci di coraggio per rinunciare alla vetta in caso di condizioni avverse».??Pino Capellini